Se fossi certo di non sembrare irrispettoso, lo definirei un uomo da stadio. Un prete da stadio, per l'esattezza. E' lì, al Meazza, che ho conosciuto don Mazzi, accomunati entrambi per la stessa passione calcistica per una squadra che catalizza le simpatie di una parte importante della Milano solidale. Non so se quest'uomo così estroverso e generoso abbia frequentato la tribuna sportiva per rilassarsi – se mai lo spettacolo in capo l'abbia permesso – o per continuare la sua opera a favore degli emarginati. Di certo ci deve essere una qualche stretta relazione tra l'entusiasmo e la capacità di soffrire del tifoso e la carica di speranza e di dedizione del sacerdote che, non da spettatore ma da allenatore, partecipa in uno stadio ben più ampio alle durissime partita della vita. E ne porta fuori vincitori ragazzi a migliaia. Di allenatori così ci sarà sempre bisogno, attenti al risultato e con grande amore per i giocatori.

Marco Tronchetti Provera