25/09/2017

Una volta l’anno, come i frati francescani di allora (con un po’ più di peccati nella bisaccia) ci raduniamo tutti intorno alle 10 parole che diventano esame di coscienza delle cose che non abbiamo fatto o fatto male e progetto delle cose che faremo.
Il Capitolo è l’evento più significativo. Offre, nel modo più semplice l’identità dell’intera avventura di Exodus. Se dovessi raffigurare la Fondazione Exodus come un organismo vivente, certamente il Capitolo sarebbe il cuore. Non saprei pensarlo in modo diverso anche se faccio fatica a spiegarlo. Avere per tre giorni i ragazzi, gli operatori, gli specialisti e i volontari, insieme. Domandarsi come vogliamo attraversare i prossimi 365 giorni, crea impatti, rabbie, meraviglie, paure, tenerezze incredibili.

Questi alcuni spunti di riflessione per ragazzi ed educatori nelle giornate del Capitolo.

OGNI GIORNO È UN PICCOLO ANNO
Anche noi abbiamo le 4 stagioni.
C’è il momento delle attività, delle opere, ma anche lui deve rispettare le stagioni.
Ho messo insieme il sogno con la situazione di oggi. È passata la primavera e l’estate. È arrivato l’autunno. Bisogna riuscire a capire che l’autunno in natura, se è vissuto al presente è autunno, se è vissuto al futuro, è la prossima primavera. Se lo leggi indietro è la morte del sogno. Se lo leggi in avanti è l’arrivo del nuovo sogno.
I sogni sono già realtà: hanno le gambe per aria e la testa per terra. Vanno interiorizzati e trasformati in un NOI.
Don Antonio Mazzi

Quest’anno ho piantato un viale di tigli, li ho piantati per rendere più bella la terra che lascerò, li ho piantati perché altri si sentano inebriati dal loro profumo, come lo sono stato io da quello degli alberi piantati da chi mi ha preceduto.
La vita continua e sono gli uomini e le donne che si susseguono nelle generazioni, pur con tutti i loro errori, a dar senso alla terra, a dar senso alle nostre vite, a renderle degne di essere vissute fino in fondo.

Enzo Bianchi – Ogni cosa la sua stagione