COME È POSSIBILE CHE ASIA BIBI NON SIA LIBERA DI LASCIARE IL PAKISTAN?

12/11/2018

Pare di assistere ad un film dell’horror. Siamo su un posto di lavoro in Pakistan. Una donna cristiana, madre di cinque figli, un giorno immerse la sua tazza nella brocca comune, “contaminando” l’acqua. Le sue compagne di lavoro, tutte maomettane, la riempirono di botte e la denunciarono, perché durante il massacro avrebbe offeso Maometto.
Fu condannata e da otto anni è nel braccio della morte. La scorsa settimana la Corte Suprema del Pakistan l’ha assolta da tutte le sue colpe, perché la confessione fu estorta sotto le pesanti minacce degli aguzzini. L’assoluzione ha provocato tensioni pesantissime in tutto il Paese, soprattutto da parte degli islamisti radicali, tanto che l’avvocato difensore è stato costretto a lasciare il Pakistan.
Ad Asia Bibi – così si chiama la donna - viene proibita ogni protezione e, nonostante il Canada sia disponibile a concederle asilo, il Pakistan non le permette di andarsene.
Purtroppo non è un romanzo, ma una delle ultime follie che accadono quando le religioni si trasformano in potere assoluto. Avvenne così anche per i nostri Crociati in nome della liberazione dei luoghi sacri.
Mi fa tanta pena la donna, ma ancora di più mi fanno pena i cinque bambini. Domandiamoci perché, dopo secoli, nel nome di Dio si possa arrivare ancora alla impiccagione e alle rivolte popolari. E domandiamoci anche, perché la storia ci insegna più a fare guerre di religione che a promuovere la pace e la fraternità generale, per la quale le religioni sono nate.


Don Antonio Mazzi