GIOVANI E LAVORO, PRIORITÀ POLITICA

22/06/2018

Diventa sempre più pesante la situazione lavorativa dei nostri giovani. Lascio da parte i numeri e le ricerche. Le potete trovare dovunque. Quello che, invece, mi preoccupa ulteriormente è molto delicato e sarà sempre più problematico, perché il lavoro non solo è parte integrativa della nuova vita, ma è parte sostanziale.
Perciò giovani senza un progetto di vita, con speranze flebili nel campo affettivo, nel campo formativo e nel campo produttivo è chiaro che "deragliano" cercando altre strade, altre soluzioni, più o meno sane, oppure si chiudono nella tristezza, nel pessimismo, nell'abulia fortemente deleteria e povera culturalmente e socialmente.
Perché senza lavoro non vivi non solo per mancanza di soldi, ma di interessi, di amicizie. Per chi ama i giovani e non vuole che incrocino strade e amicizie devianti, questa è una tragedia.
Ed è per questo che le statistiche e le ricerche mi lasciano indifferente e, addirittura, mi fanno arrabbiare. La nostra Italia è già l'ultima nazione rispetto alla natalità. E se poi non riesce nemmeno a collocare i pochi figli che genera, mi domando che speranze può avere?
Continuo ad essere duro e pessimista rispetto la nostra politica che dovrebbe mettere al primo posto questo problema, agevolando ed elaborando una legislazione favorevole, innovativa, europeista e libera da burocrazie.
Solo così possiamo "pulire" l'Italia dalle droghe, dai bullismi, dal gioco, dalle violenze e dai fenomeni bestiali e quasi inspiegabili che aumentano quotidianamente.
L'università va agevolata e pilotata. Chi usa l'università per farsi mantenere e passare "fannullonicamente" gli anni più belli della sua vita, va severamente ripreso come andrebbe agevolato chi è regolare con gli esami e poi impiega anni per trovare un posto di lavoro. Così per coloro che preferiscono il lavoro alla scuola.
Ci sono tanti modi per suggerire agli imprenditori come assumere e come stimolare le assunzioni. In Italia il lavoro c'è. Ma la "furbizia italiana" va urgentemente "stroncata". Siamo ancora medioevali e contadini, attaccati ai quattro soldi che abbiamo nascosto sotto i materassi. La strategia industriale che muove i soldi per umanizzare le tecnologie, per motivare i lavoratori e per imitare le nazioni più avanzate diventa quando delocalizza e fugge all'estero, quasi là vi fossero i nuovi paradisi lavorativi, impoverendo ulteriormente l'Italia.
È importante ricondurre le aspettative dei giovani su posizioni meno allarmanti, cambiando la mentalità dei giovani del Sud e delle donne. Dice Emiliano Sironi, docente di Demografia e Statistica sociale dell'Università Cattolica, su Avvenire: "Lavorare sulla credibilità delle risposte è la principale cosa da fare per concederci la possibilità di trattenere i nostri giovani e, addirittura, per far tornare indietro chi se ne è andato".


Don Antonio Mazzi