MA È PIÙ EDUCATIVO UN CEFFONE O LA GALERA?

16/03/2018

Non capisco perché si debba parlare ancora una volta di norme che proibiscono ai genitori di dare qualche sculaccione ai figli o a qualche ragazzo, giustificando la legge come segno di civiltà e di autorevolezza costruita attraverso l'esempio, la pazienza e la testimonianza, in antitesi ai ceffoni. C'è poi una parentesi che da sola si rimangia quanto detto e rimette tutto sul tavolo del falso obiettivo. La parentesi è chiara, salvo nei casi più gravi.
Chi educa e chi fa dell'educazione non un mestiere ma una vocazione sa che il vero dilemma sta tutto nella parentesi. Nei casi più difficili, provocatori, dei famosi ragazzi borderline, vale più il metodo duro, punitivo, intransigente, senza eccezione alcuna, oppure, anche qui, varrebbe la teoria che la pazienza, il dialogo, la non reazione ottengono molto di più dello schiaffo e della punizione?
Se c'è una cosa che non può essere decisa per legge è proprio la qualità dei rapporti, dei sentimenti, delle delusioni, degli stati d'animo soprattutto tra coloro che si amano e che, magari, secondo noi, ci hanno tradito nelle cose che si erano concordate insieme.
E adesso permettete che ritorni sulla ipocrisia e sul doppio gioco che fanno tutte le nazioni, soprattutto quelle che si vantano di essere più civili e più democratiche. Perché aumentano le carceri minorili? Come giustifichiamo la facilità con la quale mandiamo i minori in carcere? Perché i nostri quartieri sono pieni di militari e poliziotti? Perché da una parte lo stato esagera sempre e dovunque davanti a litigi, nelle curve degli stadi, nelle piazzette dei paesi e poi fa il moralizzatore e criminalizza uno schiaffo?
Parlo ma per onestà intellettuale. Purtroppo la vita nelle nostre città e talmente incivile che dovrebbe obbligare i costruttori di regole a partire da più lontano, non aumentando i cani antidroga nei bagni delle scuole e tanto meno lasciando certe famiglie sole nelle tragedie più dolorose.
Mi fermo sui problemi italiani e su quanto vedo, sento e vivo non attraverso i giornali, ma a stretto contatto con i fatti. Perché nelle scuole non inseriamo momenti educativi forti, esperienze e testimonianze tali da aiutare genitori, figli e docenti ad impostare in modo totalmente nuovo il rapporto tra coetanei e tra adulti e giovani?
Bocciare un ragazzo è meglio o peggio di uno schiaffo? Vedere decine e decine di militari giovanissimi con le tute mimetiche e tanto di "bastoni" alla cintura, è tanto educativo? Urge cambiare modi di vivere, di fare scuola, di fare i genitori, di fare gli assessori delle nostre cittadine e di fare i magistrati.

Don Antonio Mazzi