VERGOGNA E PENTIMENTO PER GLI ABUSI NELLA CHIESA

31/08/2018

È un po' di tempo che vado dicendo, soprattutto a me stesso, che la Chiesa deve fare una profonda revisione perché i segnali che arrivano, soprattutto dal Papa, sono molto preoccupati e preoccupanti. Però non avrei mai pensato che la caduta fosse così precipitosa e devastante.
Certamente io non sono un esempio luminoso di questa Chiesa. Ho solo abbracciato con l'entusiasmo più autentico i suggerimenti di Papa Francesco per una Chiesa dei pastori, della strada, dei poveri, dell'ascolto.
Quindi meno basiliche, meno cerimonie, meno pomposità e più porte aperte e braccia spalancate. Ho, talvolta, anche esagerato sugli ori, sui paludamenti cardinalizi e sulle abitazioni principesche, però non mi sarei mai aspettato che gli scandali del clero fossero ben più pesanti della ricchezza e dell'ampollosità principesca.
Ho visto il Papa sconvolto, non posso dire arrabbiato, perché lui sa certamente soffrire e contenere dolori feroci che arrivano da varie parti del mondo ecclesiastico.
Mai un Papa era arrivato a scrivere una lettera, all'intero popolo di Dio, nella quale esprimere la vergogna, chiedere perdono e per supplicare affinché la Chiesa intera si faccia carico di un rinnovato e profondo impegno tale da cancellare, nei tempi più brevi, il marcio, gli abusi, le piaghe di questo clero malato (scusate, ma l'aggettivo l'ho aggiunto io).
"Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli. Tali ferite così devastanti, non vanno mai prescritte. Guardando al passato non sarà mai abbastanza ciò che faremo per cercare di riparare il danno causato. Quindi, non sarà mai poco (e forse mai sufficiente) ciò che si deve fare per evitare che tali casi non solo non si ripetano ma, soprattutto, perché non trovino spazi per essere coperti e perpetuarsi".
E, verso la fine, il Papa ci invita alla preghiera e al digiuno. "Un digiuno che ci scuota e ci porti ad impegnarci nella verità, nella carità con la società in generale e a lottare contro qualsiasi tipo di abuso sessuale, e perché crescano tra di noi i doni della compassione, della giustizia, della prevenzione e della riparazione".


Don Antonio Mazzi