LE GUERRE PUNICHE? DAI, INSEGNIAMO AI RAGAZZI A NON BUTTARE IL CIBO

07/04/2016

Ci spaventano spesso le cifre che ci vengono proposte su problemi di vario tipo, dalle droghe alle violenze, al bullismo, agli omicidi, alle disperazioni della gente che arriva a centinaia dal mare. Ci sono, però, altre cifre e altre statistiche che ci preoccupano molto meno ma che sarebbe ora che ci preoccupassero, oppure che facessero cambiare alcuni nostri modi e metodi.
Qualche giorno fa abbiamo letto una notizia che esce a scadenze più che regolari e che non scomoda più nessuno. Eccola, in un titolo di poche parole: Ogni anno buttiamo nei cassonetti 13 miliardi di cibo. Contemporaneamente abbiamo inventato la raccolta alimentare, la raccolta dei medicinali, le raccolte. Da una parte un centesimo di raccolte, dall’altro miliardi di sprechi.
Ma che paese siamo? Perché gli sprechi sono più pesanti nei luoghi più poveri? Qualcuno dice che ogni società ha la spazzatura che si merita. Perché la nostra società si dice in crisi, con tanta disoccupazione, con il 40% dei giovani a spasso e poi, nelle isole, ogni famiglia getta nella spazzatura alimenti per 7,4 euro a settimana?
Se poi leggo i motivi per i quali buttiamo via, mi arrabbio ancora di più: perché troppo cotti; perché abbiamo sbagliato a calcolare gli acquisti, nei supermercati le confezioni troppo grandi invitano ad esagerare; per la paura di non avere scorte sufficienti; perché i carrelli sono belli quando sono pieni.
È mai possibile che siamo così cretini e idioti? Sono scuse plausibili? Per aggiungere vergogna a vergogna, ai 13 miliardi vanno aggiunti altri 5 miliardi di alimenti persi lungo la filiera, nel viaggio tra i campi e la tavola. Diciotto miliardi di euro: tanto valgono i 15 milioni di tonnellate di cibo perduto ogni anno.
Ripeto: queste cifre, più o meno simili, escono regolarmente, cioè più volte l’anno e sono sempre un colpo al cuore, almeno per gente poveretta o deficiente come me che deve cercare un panino dopo l’altro per i ragazzi delle sue comunità.
E se succede così per Exodus, penso a quanti stanno molto peggio e senza speranza. Perché invece di insegnare a scuola la terza guerra punica, non educhiamo i ragazzi e le famiglie a sprecare di meno, ad alimentare meno i capricci dei figli e a trasformare la tavola non in luogo di bizze e di abbuffate? Potrebbe l’educazione vera, semplice e genuina cominciare a tavola per arrivare poi a scuola, al bar e tra gli amici? Così facendo potremmo mangiare meglio, sprecando meno.

Don Antonio Mazzi