Il Progetto Bussole di Exodus è nato dal desiderio di realizzare una scuola più aperta, partner educativo essenziale ma non unico dell’accompagnamento all’età adulta dei ragazzi, un progetto che non escluda i più fragili – creando ulteriori disagi – e che contenga una proposta anche per loro. Ma per rimettere in pista questi adolescenti difficili c’è bisogno di interventi specifici, e sempre diversi, in base al contesto di riferimento. Con Barbara Invernizzi, Responsabile educativa del territorio, vi raccontiamo che cos’è il “Circo Sociale”, una delle attività avviate dal polo Exodus di Assisi per il Progetto “Bussole”.
Che cos’è il circo sociale?
Il circo sociale è uno strumento di educazione e socializzazione, utilizzato anche come metodologia di integrazione e di crescita per adolescenti e giovani a rischio di emarginazione e contro la dispersione scolastica. E’ un approccio dinamico basato sull'arte-educazione e mira a potenziare le opportunità di acquisire competenze, di lavorare sul e col corpo, di entrare in contatto con gli altri in modo immediato stabilendo relazioni basate sulla fiducia. Inoltre consente di vivere un’esperienza di partecipazione attiva, in cui poter sperimentare ruoli diversi da quelli della propria realtà quotidiana, soprattutto quella ferita da diverse forme di disagio e dall’immagine negativa da cui spesso i ragazzi si sentono e sono realmente segnati. L'autonomia, l’integrazione, l'autostima, il benessere fisico, la comunicazione, la disciplina, la capacità di esprimere le proprie emozioni sono alcune delle abilità che il circo sociale insegna, ed è questo il maggior bisogno che abbiamo intercettato negli studenti che partecipano al progetto.
Quanti ragazzi coinvolge il progetto e di quali scuole?
Il laboratorio al momento è realizzato nella scuola media “Colomba Antonietti” di Bastia Umbra (PG) e coinvolge 10 studenti dai 13 ai 15 anni, attraverso due incontri settimanali di due ore ciascuno.
Che tipo di attività svolgono i ragazzi?
Ogni settimana vengono proposte attività diverse, che comprendono la giocoleria, accenni di acrobatica a terra, micro magia, acro-balance, ma anche giochi di ruolo, di interpretazione, di elaborazione dei vissuti. Anche il gioco diviene così strumento educativo attraverso il rispetto delle regole, delle relazioni e delle diversità.
I ragazzi a rischio dispersione scolastica, con vissuti complessi ed emarginati, infatti, spesso faticano a stare molte ore in classe, hanno normalmente deficit di attenzione, necessitano di spazi in cui esprimere le energie del corpo che diversamente si trasformano in violenza e aggressività. Ma i ragazzi spesso mi dicono: “Mi sento felice, interessato, la giocoleria è fantastica”.
Ma vivere un laboratorio di questo genere all’interno di un istituto scolastico sottraendo ore alla classica programmazione didattica non è sempre facile. Ci sono programmi da completare, scadenze ed esami importanti. Scriveva proprio don Lorenzo Milani - nostro principale riferimento - che “un giovane senza cultura è come un uccellino senza ali”. Per questo la sfida è grandissima, perchè orientata verso una crescita che tenga conto di tutto, che non sottovaluti né la preparazione didattica nè la formazione della persona, che a volte passa per sentieri meno convenzionali e che ha comunque tempi lunghissimi.
Il Progetto “Bussole” è realizzato da Fondazione Exodus con il contribuito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Direzione Generale del Terzo Settore e della Responsabilità sociale delle Imprese.
Redazione