«Ti fanno pesare tutto quello che gli fai fare. Perché la fatica più grande, per loro, è ammettere che gli piace». È con questa immagine che l’Educatrice di Fondazione Exodus, Anna Falezza, racconta i sei ragazzi che fanno parte dell’iniziativa pilota “Fattoria didattica” del progetto Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie, finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini, che ha preso il via lo scorso maggio nel Polo di Verona. Sei adolescenti dagli 11 ai 16 anni. Segnalati dai servizi sociali. Dalla scuola. Con le loro facce belle e profonde, difficili eppure delicate. Siamo a Vago di Lavagno, qui su questa collina, in quella che una volta era stata la casa della famiglia di Don Lorenzo Milani, c’è una sede della Fondazione. «Le famiglie dei ragazzi», racconta Anna, «a volte sono presenti, altre no. C’è M., la sua mamma è sola, ha altri due figli, e lavora dalle otto di mattina fino alle otto di sera. Poi F., che si fa accompagnare dai nonni. E ancora H. che arriva con l’autobus». Gli educatori del Polo Exodus di Verona lavorano, durante l’anno scolastico, dentro le classi. E al pomeriggio l’attività continua in comunità. «Invece durante l’estate», spiega Anna Falezza, «abbiamo lavorato di mattina con un piccolo gruppo di ragazzi. La struttura è bella, grande, e ci ha permesso di mettere in piedi il progetto della Fattoria Didattica». Una scuderia con due asini, un cavallo, e due pony. Conigli. Cani. E un orto. «Alla mattina i ragazzi sono arrivati alle nove. Per la prima ora ci siamo presi cura degli animali», dice Anna. «Poi si passava nell’orto. Abbiamo raccolto i frutti maturi della terra, e piantato i nuovi semi di stagione. A metà mattina, poi, ci siamo dedicati alla parte didattica dell’attività. I ragazzi che hanno frequentato la fattoria non sono stati tutti promossi a giugno e hanno dovuto recuperare alcune materie. Cosi, insieme ai loro docenti, abbiamo organizzato un piano studio di recupero estivo. E’ stato bellissimo alla fine vedere sapere che tutti sono riusciti a proseguire nella classe successiva. Un successo, un segno positivo è quello che serve a questi ragazzi». Durante le ore trascorse da noi non hanno avuto il cellulare: «Glielo abbiamo “requisito” al mattino», spiega Anna. «è stato un modo per fargli scoprire il “valore del tempo”, per dedicarsi e concentrarsi di più sulle cose da fare. Non solo. Il rapporto con la natura è fondamentale. Prendersi cura degli animali crea una responsabilità verso l’altro, coltivare la terra e vedere i frutti di quel loro “rendersi cura di qualcosa” è il primo passo per riacquisire consapevolezza e amore per se stessi. Loro non devono dimostrare agli altri di “essere capaci di”, ma devono essere in grado di ricominciare a darsi delle possibilità». Ora che è iniziato il secondo anno di progetto stiamo già lavorando per riorganizzare la Fattoria Didattica, con attività pomeridiane e “invernali”, coniugate ad hoc per i nostri ragazzi “fuoriserie”.
Redazione - Progetto “Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie”