Ciao Pa’,
ti ho sempre chiamato così e non papà… come se mancasse qualcosa.
Ti scrivo per la prima volta oggi che ho 25 anni. Ho deciso di dirti ciò che sei per me e quello che provo per te, adesso che finalmente ho deciso di dire “basta”. Voglio tornare a godermi la vita, mi sto disintossicando dall’eroina e dalla cocaina che tu definisci “quella schifezza”. Sono in Exodus da più di quattro mesi e sto apprezzando sempre più questa Casa, a partire dai compagni fino ad ogni singolo educatore, operatore e volontario.
Ci siamo rincontrati a febbraio, nella domenica dedicata ai genitori: è stato bello rivederti dopo tre mesi. Nella settimana precedente ero ansioso e agitato e tutti se ne sono accorti, perché il pensiero di incontrare la persona che ammiro e stimo sin da piccolo mi dava questa emozioni.
Ho sempre cercato di renderti fiero di me, ma senza riuscirci, anzi, ho fatto il contrario, facendoti vivere in costante preoccupazione e non lo meritavi. Quella domenica ci siamo visti: io ero 10 Kg di più, avevo finalmente il viso pulito e sereno… così diverso e bello tanto che i tuoi occhi erano pieni di gioia e felicità.
Quella giornata per me è stata così bella che mi ha dato la forza di dare tutto me stesso per continuare il percorso in comunità. Abbiamo fatto insieme un colloquio con gli educatori che mi aiutano sempre, ogni giorno, e che ringrazio. In quel colloquio mi hai stupito davvero, perché ti sei aperto facendo uscire ciò che hai dentro: la sofferenza, i sensi di colpa, dal tuo chiederti dove hai sbagliato a come puoi rimediare. Non mi avevi mai parlato così, non lo avevi mai dato a vedere cosa pensavi veramente, così da passare ai miei occhi come un padre freddo. Ora so che era questa la parte mancante: sapere che tu, a tuo modo mi ami, che ci sei sempre stato, così ora posso finalmente sentire il nostro rapporto completo.
Vorrei, da ora in poi, non chiamarti più Pa’ ma semplicemente papà.
So che chiami spesso gli educatori per sapere come sto e questa cosa mi riempie di gioia rendendo le mie giornate serene. Sono fiero di essere tuo figlio e lo sarò sempre. Questa lettera è il mio regalo per te per la “Festa del Papà”, e sappi che quando potrò riabbracciare la vita e la mia famiglia non mollerò più la presa.
Grazie papà, ti voglio bene.
Riccardo