I misfatti che esplodono con bestialità sempre più barbarica, perfino dentro le nostre case, pongono il problema del carcere, delle pene, della giustizia, dei castighi tra i più urgenti e difficili da risolvere. Chi sogna una società più vera, più umana e più dignitosa, viene colto da nausea, da grande voglia di chiudersi nel pianto e nella domanda delirante: “Ma è possibile che nel cuore dell’uomo (normale!) possano convivere contemporaneamente l’amore e l’odio, il dolore e la vendetta, la civiltà e la barbarie, la maternità e il figlicidio?”.
Caino, dopo secoli, è ancora più potente di Abele e i Proci è mai possibile che siano più di allora divoratori dei pochi Telemaco che attendono dal mare o dal cielo risposte paterne? Una società con il quoziente minimo di civiltà non può accontentarsi di invocare carceri più dure con pene eterne, e la militarizzazione delle sue città.
Abbiamo per troppo tempo sperato che quattro soldi in più e la scuola superiore data ai nostri figli, bastassero per rendere più a misura d’uomo l’uomo, e più a misura di felicità le case comode e i salotti borghesi.
Le battute: “Più galere eguale più sicurezza, meno extracomunitari eguale meno malavita” non risolvono una situazione che nasce da molto lontano: dalla sottovalutazione dell’educazione, dalla mancanza di rapporti intensi e positivi tra generazioni, dalla abulia nel rimettere in ordine le priorità e dalla incapacità politica di anteporre i doveri ai diritti, le regole agli egoismi personali.
Urge partire dalle fondamenta, lavorando insieme nel rifare i cittadini prima delle città, la case prima delle galere, le scuole prima dei bar e la formazione dei giovani prima dei privilegi acquisiti dalle classi dirigenti.
Mi meraviglia che nei dibattiti massmediatici prevenuti e falsi, i cosiddetti salvatori della patria, non capiscano che il futuro vero sta solo nei nostri figli. Non sogno certamente le galere piene, quali nuovi modi per educare. Le operazioni di grande respiro partono dalla coscienza di ciascuno di noi.
Le tentazioni e le infinite occasioni negative che offre una società sbilenca come la nostra, non può lasciarci indifferenti e delegare alle forze dell’ordine il futuro del nostro paese. E per farvi arrabbiare vado, ancora una volta, contromano.
Cancellerei le galere, soprattutto le carceri minorili e inventerei un metodo rieducativo da sviluppare in alcuni centri normali (esempio nei miei centri) nei quali non vige il sistema carcerario, ma una presenza forte, dignitosa, paziente con educatori preparati. Già questo sarebbe un primo gesto intelligente e previdente da parte di tutti noi.
Don Antonio Mazzi