13/05/2016

L’inferno deve essere certamente peggio, anche perché i bambini non ci andranno mai, nemmeno i cosiddetti difficili e scafati. E poi l’inferno non è di qua. Perciò anche Caviano, nonostante porti un bruttissimo titolo, fabbricato dai giornalisti, ma non del tutto inventato, può essere “convertito”. E potrebbero essere i bambini a convertirlo.
Ho conosciuto e conosco, molto meglio di altri, quelle località perché le mie informazioni, quelle autentiche, non mi arrivano dai poliziotti, né dai giornalisti e nemmeno dai mafiosi onnipotenti e celebri.
La mia storia e la mia vita, consumata 24 ore su 24 in mezzo ai ragazzi di tutta Italia e anche di quelle terre, sente racconti, raccontati dalle vere vittime giovani, “innocenti” (ripeto innocenti) che la notte, invece di chiedere al prete l’assoluzione o quali sono i sette sacramenti, si aprono totalmente, incominciando, oserei dire, da quanto avevano sentito quando erano ancora nella pancia della mamma.
Dovremmo finirla di raccontare storie di luoghi maledetti, perché i luoghi maledetti non ci sono. Forse sono i luoghi benedetti che non sono più benedetti. E sono gli uomini cosiddetti buoni che sono – come dice l’Apocalisse – appena tiepidi.
Di Parchi Verdi ce n’è stato uno ai tempi e noi uomini siamo stati i primi a tramutarlo nel parco del peccato originale. Ora peccati originali non ce ne sono più. Però ci rimasti dolori, violenze, tradimenti, disperazioni. E il “Parco Verde” è rimasto il luogo di questi nuovi peccati.
L’infanzia tornerà a vivere non solo perché c’è un don Bruno Mazza, ma perché ognuno di noi, anziché spiare dalla finestra cosa sta succedendo, o dimenticare che il Padreterno la lingua, le mani, le braccia, il cuore non ce li ha dati solo per comperare, vendere e spararsi in vene, o sniffare le porcherie, ma per ascoltarci, parlarci, abbracciarci, difenderci, fare gruppo, accendere dentro le nostre case luci di speranza e non caverne di silenzio e cantine per nascondere la verità.
La morte di Fortuna potrebbe far partire una nuova stagione con i prati veramente verdi e con don Maurizio, i vari Mazza e bambini che questa terra dei fuochi l’hanno vissuta, subita e vinta. Saranno loro capaci non solo di smantellare l’inferno che vive dentro i palazzi degli orrori, ma capaci addirittura di piantare fiori per poi gettarli da quei maledetti balconi. Il bene vince sempre nel “secondo tempo”. Teniamo duro!

Don Antonio Mazzi