Ancora morti, ancora innocenti, e ancora nei luoghi nei quali tutto dovrebbe accadere tranne la vendetta, la morte, il terrorismo. Le vittime sono almeno 25, tra le vittime almeno 6 bambini. Ma anche vi fosse un solo ucciso durante la messa domenicale, che in questo caso si stava celebrando nella Cattedrale copta di Sam Marco in Abassiya, al Cairo, sarebbe egualmente qualcosa di inumano e indegno di creature volute dal Dio buono, misericordioso.
E anche per i pazzi dell’Isis, c’è lo stesso Dio. Un altro fattore è spaventoso e bestiale. Il Cairo, da sempre è testimone di civiltà, cultura, arte e storia. Com’è possibile che nella basilica maggiore copta, strapiena di fedeli in preghiera, una donna, tra i banchi della sezione femminile, abbia deposto un pacco bomba e poi sia riuscita a fuggire, senza che nessuno potesse dubitare di lei?
Da qualche tempo pare che la violenza sia diventata una malattia. Quello che noi fino a ieri chiamavamo estremismo, gesto di organizzazioni legate in vario modo ai cosiddetti Fratelli mussulmani, oggi ci lascia quasi indifferenti.
Essere “malati di violenza”: un’espressione che non ci può lasciare tranquilli. Pensare che perfino i bambini possano essere usati come bombe umane deve obbligare tutti noi a riconsiderare e a 360 gradi l’intero problema dell’integralismo, per arrivare alla radici, alle cause profonde.
Il fenomeno del terrorismo oggi è pensato in modo nuovo, particolare, ma da menti e cervelli che vogliono far inorridire tutto il mondo. Ormai generare paura, dovunque, in tutti i modi, nei posti più impensati, scavalcando ogni minimo segno di civiltà, è strategia vincente.
E dal modo di reagire di tutto il resto del mondo non mi pare possa scaturire una forte, decisa, non violenta ma plurale azione e nelle volontà. Contiamo le vittime, facciamo servizi televisivi infiniti, discutiamo nelle sedi “politico-accademiche”, ma poi?
Terrorizzare i copti non credo sia lo scopo finale di questi assurdi massacri. Questa gente folle ha capito molto bene che l’obiettivo è ben altro. Dai cristiani ai copti, alle basiliche, dopo il Cairo, dopo la cattedrale di San Marco, cosa arriverà?
Lavoriamo sulle radici di questi massacri. Uniamoci per il bene del mondo intero. In certi periodi della storia le forze devono diventare sinergiche, pazienti, attente, costanti. Perché la paura è un’arma più potente delle bombe e dei missili.
Don Antonio Mazzi