Caro don Mazzi,
ho letto di quell’uomo di 80 anni dato alle fiamme a Siracusa da un branco di ragazzi. Mi creda che mentre scrivo mi stanno tremando le mani per la rabbia. Ma in che mondo viviamo? Fin da piccoli ci insegnano ad avere il massimo rispetto per le persone anziane, c’è la famosa raccomandazione di aiutare le vecchiette ad attraversare la strada (devo dire con orgoglio di averlo fatto molte volte). Qui invece siamo alla follia. Sono curioso di sapere cosa pensa di questa faccenda: spero che non parli di misericordia e chieda di pregare per questi ragazzi, perché certe cose gridano vendetta anche davanti a Dio.
Luca
Carissimo Luca,
forse quando parliamo di misericordia, siamo fraintesi. C’è una giustizia che va eseguita seriamente, con sollecitudine, trovando luoghi, metodi e persone preparate, capaci di distinguere l’uomo dal suo delitto e la vittima dal suo persecutore. Cosa molto difficile!
La misericordia entra non per scardinare il civile, l’umano e il legale che devono esistere in ogni paese civile. La misericordia nasce parallelamente spinta da uno stato d’animo particolare che tenta di interpretare anche i disagi, i precedenti, le violenze tante volte subite dagli assassini che, non amati e non educati, hanno ricambiato in peggio ciò che avevano diabolicamente coltivato dentro l’animo.
Anch’io, quanto te, ho pianto e pregato per “don Pippo” con i miei ragazzi e ho urlato per far capire loro che non è con la bestialità e le umiliazioni inumane che ci facciamo giustizia.
Don Antonio Mazzi