Da anni aspettavo questo gesto. Le premesse c’erano già, e si erano fermate al periodo giubilare. E lo stesso giorno, nel quale il Papa ha chiuso la Porta Santa, ricordando che la misericordia non deve avere un tempo e una fine, presa la penna ci ha mandato uno dei suoi straordinari messaggi, frammisti di verità, amore, dolcezza, pastoralità e perdono.
La lettera è lunga e si intitola ”Misericordia et misera”. La frase che ci interessa è chiara e breve. “Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario”.
Dobbiamo, però, essere chiari ed onesti come è stato chiaro ed onesto il Papa, chiarendo ed aggiungendo subito altre due frasi forti e determinate. “Vorrei ribadire (sottolineo il verbo ribadire, per finirla con certo giochi ed equivoci nati anche dentro casa nostra) con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine ad una vita innocente”.
E su questa dichiarazione credo ci sia poco da chiarire, nonostante… È sulla seconda dichiarazione, affascinante, profondamente radicata nel cuore del Francesco papa, pastore e uomo del vangelo, che il mio cuore si spalanca e piange lacrime che non saprei definire, ma che vorrei segnassero le mie guance e le mie mani: “Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste nessun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere, quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre”.
Voglio ripassare i due verbi “raggiungere e distruggere” perché mi hanno immediatamente raccordato al gesto del padre del figliol prodigo: “Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”.
Credo che parta da qui la frase di Papa Francesco “che non esiste nessun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere”. Forse nasceranno ulteriori bisbigli e altre chiose teologico medioevali. Un Papa pastore disturba anche coloro che si sono fermati lungo i sentieri della passione apostolica, per sedersi al tavolo della dottrina e della legge.
Ci sono sempre stati. Lasciamoli comodi, con un grande crocifisso davanti e uno d’oro sulla veste, troppo lontano dalla linea del cuore.
Don Antonio Mazzi