NIENTE VOTI E COMPITI, RINNOVIAMO LA SCUOLA

21/10/2016

Sono interessato, molto interessato alla proposta fatta da novanta mamme di Varese per una scuola diversa, che non dia voti e compiti a casa (sostituita dal tempo pieno). Ne avevo già parlato con il loro sindaco appena eletto e mi ero proposto per un progetto più vasto che non si fermava ai compiti e ai voti.
La scuola, soprattutto la media inferiore va rivista dalle fondamenta. Ripeto cose già dette. Quasi settant’anni fa, quando è nata i nostri figli a dodici anni erano ancora bambini. Oggi, proprio negli stessi anni esplode in loro l’adolescenza. Perciò l’odierno impianto scolastico è inadatto e apre crepe educative non facili da prevenire, da interpretare e da risolvere.
I genitori, però, devono anche capire che tale rivoluzione (la più urgente e la meno dolorosa) tocca aspetti politici, sindacali, e accademici che nessuno vuole affrontare. Perché, come dovunque, anche nella scuola, buona o cattiva, arrivano prima i problemi degli adulti e poi, sempre a tempo scaduto, quello dei nostri figli.
Con una scuola così, avremo ragazzi che impareranno due lingue, che sapranno usare ed abusare di ogni tipologia informatica, ma che rispetto alla loro formazione umana, politica, sociale, amicale e religiosa, non potranno essere dignitosamente motivati e orientati.  E quindi è normale che crescano episodi di bullismo, di cafoneria ignobile, di indisciplina pilotata “mafiosamente” dai quattro ripetenti o borderline del gruppo. Il mondo di domani esige qualità umane e capacità di integrazione, di accoglienza e di convivenza nuove, profonde, e difficili da interiorizzare.
Le università, poi, preparano docenti più disposti ad insegnare materie che conoscere “i pierini” che vagolano tra i banchi. Se guardassimo più negli occhi i nostri adolescenti e facessimo meno note sul diario scolastico, forse capiremo noi per primi, docenti e genitori, che i registri, le interrogazioni, i compiti, i voti, le sospensioni sono frecce spuntate e uso sbagliato dell’autorevolezza che a quell’età i nostri ragazzi potrebbero riconoscere.
La scuola dovrebbe divenire un luogo creatore di tensioni al mutamento. La vita è l’opposto della noia e la cultura è matrice di curiosità, di capacità di apprendimento e di rinnovamento. Ce lo dice Zagrebelsky: “Il divenire è la generazione del nuovo, la continua rigenerazione, cioè il costante nuovo inizio a partire dallo stadio precedente al quale si mette fine, per iniziare l’esplorazione attraverso affiancamenti e distanze che prendiamo nei confronti di chi ci ha generato. Questa è la legge della vita e arriva prima della trigonometria, delle guerre puniche e di Leopardi.
Aspetto quindi che mi richiami il Sindaco di Varese Davide Galimberti per passare dalle proposte alla progettazione.

Don Antonio Mazzi