UN’IDEA NUOVA DI POLITICA?!

06/12/2016

Voglio continuare a fare il prete rompi, o meglio l’uomo che è vissuto tra i poveri, i disperati, gli sbagliati o i figli di molti fra quelli che, a Roma, stanno decidendo se si deve votare a febbraio o a settembre del 2017.
Pensate che anch’io voglia fare della politica? No, anzi, continuo a fare quello che maledice gli interessi e le porcherie che si nascondono dietro o dentro ad una parola mobile, oggi derubata a noi ingenui votanti: politica.
Qualche vecchio padre fondatore della vera democrazia, ai tempi, ha detto che la politica deve avere le qualità e le motivazioni del servizio, della gratuità, dell’umiltà, dell’onestà e della coerenza. Se quei vecchi tornassero e venissero a sapere che i nuovi, i rivoluzionari, i grilli, le volpi, le aquile vogliono votare a ottobre per maturare la pensione, non so cosa farebbero, o direbbero.
Permettete che davanti a queste banalità, vada fuori di testa. Mi vergogni io per loro. Ho operatori che da anni lavorano giorno e notte per poco più di mille euro, che ascoltano casi di figli, di donne, di professionisti, di prostitute, di industriali, di poveracci, e sanno che, per ora, non riusciranno ad avere la tredicesima.
Per carità, andrò io a chiedere la carità, e i soldi della tredicesima li troverò, ma permettete che mi faccia schifo sentire e vedere ventiquattro ore al giorno, facce di “innovatori della politica” urlare, prendersi in giro, invocare la caduta dal cielo dei fulmini e dei temporali, e poi, da bauscia, cadere come cretini su una buccia di banana?
Se questa è la nuova politica, se questi sono i frutti dei no e dei sì, ha ragione Renzi ad andare in America, o i nostri figli a cercare stati europei e extraeuropei, perché il domani sarà certamente peggiore di ieri.
E se non lo sarà, sarà perché gli italiani riescono a sbagliare e anche a correggere gli errori, perché sanno che tocca sempre loro pagare. Mentre quelli che gridano e sbofonchiano, invece, sanno che loro non pagheranno mai. Anzi, più sbagliano e meno pagheranno. Vogliamo dircele certe cose, soprattutto noi ai quali è chiesto di trasformare il loro schifo in zucchero filato?

Don Antonio Mazzi