IL DIRITTO AD UNA BUONA EDUCAZIONE

13/01/2017

Esultanza del Ministro Lorenzin per l’approvazione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)! 150 diritti conquistati. Applausi da destra e da sinistra. E in effetti non si può dubitare davanti a questa poderosa prova di civiltà del nostro Paese. Certamente un passo positivo. Leggo i nomi delle “conquiste”. Nel nuovo nomenclatore vengono  introdotte anche tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita, sia omologa che eterologa. Si garantiscono nuove prestazioni come la adroterapia contro certi cancri, la radioterapia , la cura del rene policistico autosomico dominante, la broncopneumopatia cronico ostruttiva stereotassica,  l'enteroscopia con microcamera ingeribile, vengono riconosciute “nuove” malattie come la sarcoidiosi. Per la maggior parte non so neppure di che cosa si tratti. Ma mi rallegro per quelle persone che riceveranno benefici da questo provvedimento.
E adesso mi guardo in giro, torno alla mia normalità e vedo gli stessi problemi che vede la gente comune, tutti i giorni. I miei occhiali sono quelli del padre di famiglia ed ecco davanti agli occhi le decine, le centinaia di genitori che quotidianamente stanno tribolando con i loro figli inqueti, le migliaia e migliaia di ragazzi e di ragazze che soffrono di profondi disagi nella scuola e fuori dalla scuola, i tanti ragazzi che si perdono… i loro giorni vuoti, senza futuro. Gli insegnanti, quelli che non fanno i furbi con finte malattie, che non sanno più che pesci prendere con certi studenti totalmente demotivati. Vedo persone che soffrono di questi problemi e in alcuni casi si rovinano l’esistenza. Vedo un malessere pesante, radicato nel cuore della vita delle famiglie, una insoddisfazione che non ha niente, ma proprio niente a che fare con il livello di benessere della nostra società e ancor meno, proprio zero, con i temi della sanità pubblica, vedo una grande sete di relazioni positive e costruttive.
Tutto questo non c’entra con i LEA? Forse si, non so. Forse è un tema che sta su un altro livello, più radicale. Forse c’è una correlazione tra questo disagio e l’insorgenza o l’acuirsi di certe malattie. Non lo so.
Ma mi domando: quando potrà essere riconosciuto e valorizzato nel nostro Paese il diritto dei ragazzi di ricevere una buona educazione? Quando ci potrà essere un aiuto garantito per quegli adulti che hanno il compito di accompagnare gli adolescenti alla loro realizzazione? Almeno al pari del diritto di curare il rene policistico autosomico dominante o la broncopneumopatia cronica ostruttiva.



Franco Taverna