L'ONESTÀ IN CAMPO DEVE ESSERE NORMALITÀ

17/11/2017

Corriamo il rischio di gridare al "santo subito", dopo aver letto che un calciatore dilettante di una squadra di Assisi, l'Angelana, in Campionato di Eccellenza, ha chiesto lui stesso che gli venisse annullato un goal perché viziato da un fallo di mano.
Non ditemi che sto banalizzando l'episodio, perché non è mia intenzione. Ma un titolo in sei colonne sul maggior quotidiano italiano, mi pare che produca effetti contrari. È stato un gesto così sconvolgente?
Bastava un normale articoletto, perché il calciatore in questione, Enrico Polidori, ha agito in modo pregevole ma non straordinaria e l'ha fatto in seguito alle domande dell'arbitro. Vorrei vedere fatti di questo genere accadere in Campionati di serie A e denunciati da giocatori che si beccano milioni e sono pronti, per qualche milione in più, a svendersi senza un minimo di dignità e di coscienza.
Purtroppo un prete di strada e di oratorio come me non può non usare lo sport e il tifo per portarsi a casa non solo la simpatia (e l'antipatia) dei suoi ragazzi, ma anche per arrivare a quel tipo di persone che solo attraverso queste "strade" riesci ad avvicinare. Dico "purtroppo" perché il calcio è caduto in basso e offre spesso tutto tranne il gioco, l'allegria e la classe.
Andare allo stadio o frequentare qualche campetto di periferia non ti garantiscono quel sano divertimento del quale hanno bisogno tutti, dall'arbitro ai giocatori, ai dirigenti, agli spettatori.
Questa società del falso benessere ha dimenticato la gioia semplice. Preferisce mezzi, strumenti, cose molto equivoche e raffinate. Usando un linguaggio sincero e onesto, il gioco moderno ha nomi e cognomi misteriosi: bische, alcol, droghe, motori taroccati, bullismo selvaggio, azzardo, selfie, Instagram, Face-book, WhatsApp, slot machine…
Torno a Polidori perché, da persona matura, è lui a darmi ragione. "Sono stupito del clamore suscitato da questa vicenda che, secondo me, doveva invece passare inosservata. Ma il calcio è così, purtroppo. C'è troppa pressione, persino nelle serie minori. In altri sport non succede, c'è più correttezza".
Poiché abbiamo bisogno di stare insieme, di giocare, di cantare, di correre, di camminare, quando capiremo il discorso del giocatore dell'Angelana?

Don Antonio Mazzi