PIÙ SPIRITO FRATERNO. IL REGALO CHE VORREI

15/12/2017

Dicembre è un mese che noi celebriamo solo in parte e nei modi più strapaesani, svampiti e bambolosi. A dicembre arriva Natale, quasi sempre più carico di panettoni e di giochi "ultimo grido".
Giochi che trovi sotto e sopra gli alberi, sopra e sotto il presepietto fatto in casa o già fatto dai cinesi, così la fatica sparisce assieme ai soldi del portafoglio. Perché nel presepio, ormai, nella grotta c'è sì e no Gesù Bambino e se c'è deve far posto al nuovo telefonino, al portafortuna siamese, alla cioccolata svizzera e al sigaro cubano (perché era ora che arrivasse qualcosa anche per i papà moderni e non solo per i figli moderni).
Poco dopo arriva fine anno e qui è severamente proibito fare cose normali e chi più ne fa più è all'altezza dei tempi. Un grande aiuto lo danno la televisione, i fuochi d'artificio, l'alcol e il campionato riservato a chi ne rompe di più (di piatti) buttandoli da ogni buco possibile. Il campanile, ad esempio, sarebbe l'ideale, ma non sempre il prete è così moderno e intelligente!
Passo dall'altra parte, cioè dalla parte di coloro (le minoranze), che vivono il Natale, l'ultimo dell'anno, l'Epifania, Santo Stefano godendo la tenerezza della famiglia, la dolcezza delle nenie natalizie, l'accoglienza di qualche famiglia povera e insegnando ai figli che il Cristo del Natale ha avuto come primi visitatori i pastori, in una grotta, non di cartapesta e sepolta nei giocattoli.
Non siamo pessimisti, ma realisti sì, passando soprattutto all'ultimo dell'anno. Lancio un augurio, piccolo se volete, ma per me già molto grande: usiamo meno droghe, meno alcol e frequentiamo meno locali equivoci. Finisce un anno poco "decente" e ne inizia un altro quasi indecente. Fatemi dire che sbaglio. Come regalo di Natale desidererei che girasse un po' di spirito fraterno, nel mondo intero.

Don Antonio Mazzi