INTERVISTA A DON MAZZI
Un’alluvione mi ha cambiato

28/02/2017

La religiosità, quella “vera” distante dalle liturgie, che mette al centro l’uomo e la volontà di aiutare concretamente gli altri, può essere una ragione di vita, di speranza e di forza senza essere necessariamente celebrata soltanto in una chiesa. Ce lo insegna don Antonio Mazzi, il presbitero senza abito talare, da anni impegnato con la “Fondazione Exodus” fondata nel 1984 nel Parco Lambro di Milano per “recuperare gli irrecuperabili senza alzare muri e senza moltiplicare le punizioni”. Erano gli anni delle morti per overdose e fu don Mazzi che, per primo, decise di affrontare il problema provando a vincere la droga con esperienze teatrali, sportive e itineranti. Dopo 30 anni il mondo ai tempi di internet è cambiato molto ma non è cambiato il fenomeno del disagio, e tante sono le gravi questioni sociali che il prete della strada ha dovuto affrontare. Negli anni della giovinezza don Mazzi è stato un ragazzo scapestrato, con il sogno di diventare docente di latino, ma dopo l’esondazione del Po del 1951 ne uscì cambiato e da quel evento fu pronto a vivere il suo impegno futuro nella costante difesa degli ultimi e degli emarginati in maniera sempre diretta, provocatoria ed estremamente autentica suscitando l’interesse di personaggi del mondo della comunicazione come Maurizio Costanzo e Mike Bongiorno. Noi di Domanipress abbiamo avuto l’onore di ospitare don Mazzi nel nostro salotto e abbiamo parlato con lui di questo lungo cammino di vita e di fede e del suo ultimo libro “Le parole di Papa Francesco che stanno cambiando il mondo”.

Per leggere l’intervista completa:
https://www.domanipress.it/intervista-don-mazzi-da-giovane-mi-sono-odiato-profondamente-ed-ho-rischiato-di-farmi-fuori-ma-unalluvione-mi-ha-cambiato/

Simone Intermite