CAPISCO QUEL PADRE MA PUNTEREI SULLE PAROLE

06/07/2018

Un quindicenne è stato "beccato" dai carabinieri, in un parco di Cattolica, mentre fumava una canna. Gli uomini dell'arma lo hanno fermato e condotto in caserma, per identificarlo. Il ragazzo, un po' spaesato ha chiamato il papà albergatore, perché lo venisse a prendere.
Credo che tutti i genitori, davanti ad una telefonata dalla caserma del figlio, non si sentano così allegri e spensierati. Infatti il papà dichiara: "Mi è preso un colpo quando mi ha chiamato dicendomi cosa era accaduto. Avevo il cuore a mille". Tanto che appena arrivato proprio davanti ai carabinieri gli ha rifilato uno schiaffo. Niente di violento. Sono gesti istintivi che spesso avvengono dentro casa. In questo caso, poi, deve essere stato istintivo al massimo. E come diciamo noi "gli può essere solo scappato di mano".
I carabinieri denunciano il padre per "abuso" dei mezzi di correzione. Chiamare abuso uno schiaffetto, che non ha lasciato nessun segno, proprio ad un figlio minore dato negli uffici delle forze dell'ordine, mi lascia tra il perplesso e il meravigliato.
Il genitore, chiarisce, anche se per me non ce ne fosse stato bisogno: "Non sono mai stato un padre violento e mai lo sarò: il mio era uno schiaffo educativo. Io voglio che mio figlio stia lontano dalle schifezze di questa nostra vita. Ho già avuto i miei guai con suo fratello, il mio primogenito e tutto per delle compagnie sbagliate. Il mio è stato un gesto di delusione, era solo per fargli capire che aveva commesso un errore. Lo schiaffo non aveva lasciato nessun segno. I miei figli sono la mia vita. Se ho sbagliato è giusto che io paghi, ma per il bene di mio figlio lo rifarei".
Non vedo nessuna giustificazione per una denuncia, come mi sembra eccessivo e strano che venga portato in caserma un quindicenne per uno spinello. Credo che due parole dette con criterio dai carabinieri, nel parco, sarebbero state più efficaci e avrebbero creato meno antipatia alle forze dell'ordine e meno "complesso" nel minorenne.
Ho visto atteggiamenti ben diversi da altri carabinieri, in situazioni più delicate e più problematiche. Comunque ben vengano i padri che vivono per i figli. Consiglio, però, a loro, padri, di dire una parola in più e di dare una sberla in meno.


Don Antonio Mazzi