Solo un Papa come Francesco poteva affrontare momenti così umilianti e vergognosi per la sua Chiesa. Durante il suo viaggio in Irlanda, Paese tra i più cattolici, ha potuto capire con mano quanta rabbia e diffidenza regnasse tra la gente dopo i terribili scandali sulla pedofilia che hanno travolto molti, troppi, uomini di Chiesa.
È una realtà talmente scioccante e straziante per il Pontefice da indurlo a chiedere un umile perdono ammettendo allo stesso tempo il fallimento della Chiesa. Parole come quelle dette a Dublino mai erano uscite dalla bocca di un Papa.
Il coraggio di Francesco non ha davvero limiti. Lo capiscono soprattutto coloro che avrebbero dovuto essere i pastori dei greggi e che invece con i loro comportamenti ne sono diventati i devastatori.
Alcuni di noi hanno anche intuito la drammatica solitudine nella quale deve vivere Francesco, perché parte dei vescovi e dei cattolici in questo drammatico momento non sono con lui, anzi c'è chi lo attacca. E poi perchè gli irlandesi non hanno ritenuto sufficiente nemmeno il suo mea culpa biblico?
Riusciremo, noi tutti, ad aiutare questo Papa? Siamo ancora lontani dalla giustizia e dalla verità e le ferite ancora tutte aperte. Perché vengano sanate e curate il Vaticano, oltre al mea culpa, deve avere il coraggio di fare i nomi, di aprire i registri e di processare chi va processato.
Don Antonio Mazzi