Dal mese di marzo 2018 la Fondazione Exodus – nell'ambito del Progetto Donmilani2 - ha tenuto, presso la scuola media Benzi di Bresso, un laboratorio di Street Art al quale hanno partecipato, in orario extrascolastico, 25 alunni/e di prima, seconda e terza media.
È stato possibile realizzare questa attività, che si è conclusa nel mese di giugno, grazie al finanziamento ottenuto sul PON (Programma Operativo Nazionale) - lo strumento che dà alle scuole italiane la possibilità di accedere a risorse comunitarie, al fine di migliorare il sistema nel suo complesso - per l'inclusione sociale e la lotta al disagio.
In un pomeriggio di festa alla presenza di genitori, Dirigente scolastico e Sindaco, gli alunni hanno presentato il lavoro svolto in questi mesi e il percorso che li ha portati al risultato che abbellisce l'ingresso della scuola. Lo slogan infatti era: i muri possono essere abbelliti e non imbrattati! I numerosi passaggi necessari per arrivare a questo risultato sono stati riassunti dai ragazzi in queste parole.
"Durante il primo incontro in aula, sulla lavagna LIM, abbiamo visto immagini di murales e graffiti nella storia, fino a quelli più recenti. Abbiamo scoperto che, da sempre, fin dalla preistoria, l'uomo ha usato il disegno sui muri per comunicare.
Tra queste ci ha colpito un murale molto grande realizzato su un palazzo in cui un bambino disegna una scala con dei pastelli. Dava l'idea che potesse scavalcare il muro. Poi abbiamo visto le immagini delle opere realizzate da Keith Haring, un artista americano morto giovane di AIDS.
I suoi lavori sono opere semplici, minimaliste, che da statiche diventano in movimento con l'uso di tratti neri intorno ai soggetti.
Egli usava colori primari e secondari stesi a campitura piatta, senza sfumature e con un forte contorno nero così le immagini si possono vedere in modo chiaro anche da lontano e sono messe ancor più in evidenza. Attraverso i suoi omini e altri simboli, voleva mandare dei messaggi (sulla natura, sui diritti degli omosessuali, sull'importanza di esprimersi).
Partendo proprio dai suoi disegni, lavorando in coppia, abbiamo creato dei bozzetti che poi sono stati votati da tutti e quelli scelti sono stati assemblati per arrivare a creare due grandi disegni da rappresentare sui pannelli per il murale da realizzare con gli acrilici, e sul muro per il graffito da realizzare con le bombolette.
Finalmente è arrivato il momento di lavorare all'esterno! Divisi in due gruppi ci siamo alternati nel disegnare e poi colorare le due zone a destra e a sinistra delle scale d'ingresso della nostra scuola.
Per disegnare gli omini, simili a quelli che faceva Keith Haring, abbiamo tracciato le sagome di alcuni di noi, poi …. via con il colore!!! Ogni volta lo spazio si arricchiva di nuove tracce, fino ad arrivare al risultato che vedete qui oggi!!!
Per scegliere il titolo abbiamo condiviso varie idee e alla fine ne sono stati scelti ma "La scuola che vorrei" si è deciso che fosse quello più rappresentativo. E come la vorremmo questa scuola??? Colorata, spensierata, non monotona, tecnologica, serena, vivace e creativa!
Questo innovativo laboratorio ci è piaciuto perché abbiamo usato le bombolette che nessuno di noi aveva mai usato prima, ed è stato più semplice di quello che ci immaginavamo. Alcuni di noi hanno anche capito di aver migliorato le proprie capacità grafiche. Era bello quando le persone che passavano, mentre lavoravamo, si fermavano ad osservarci e ci facevano i complimenti.
Lavorare in gruppo non è stato facile, spesso avevamo idee diverse e condividere lo spazio non è stato semplice, ma siamo soddisfatti. Il nostro gruppo era misto, formato da alunni di prima, seconda e terza! Abbiamo anche realizzato il desiderio del Sindaco che voleva una scuola più colorata. A noi piace molto, a voi???"
di Marina Gesmundo