Forse potevamo evitare che un personaggio così discusso salisse addirittura sull'altare per ricordare la sua madre morta. Ci sono modi e modi, soprattutto quando le situazioni sono delicate e difficili da interpretare, per ringraziare e parlare.
Il dolore va sempre onorato e l'atteggiamento migliore per onorarlo è il silenzio e, come in questo caso, un profondo esame di coscienza con una rilettura, onesta e purificata, dei fatti accaduti e del perché molti misfatti della nostra società rimangano incastrati tra giustizia, verità, dubbio, malessere, condanna e assurdità.
La seconda cosa che dovremmo capire sta nell'affidarsi alla preghiera e alla presenza di tanta gente che è lì, nonostante tutto, come testimone gratuita e solidale.
È vero che la chiesa è il luogo del perdono e della misericordia. Ma, proprio per questo motivo, il presunto omicida avrebbe fatto molto meglio a ringraziare la mamma, non dal pulpito, ma dall'ultimo banco della chiesa.
Massimo Bossetti ora è anche senza padre e madre. All'altro funerale, quello del padre, aveva detto: "Senza genitori non si è nessuno". Forse faremmo bene tutti, in questi casi, a pensare anche ad un'altra frase: "Senza figli, persi in modo assurdo, non solo non si è nessuno ma si sopravvive martoriati e quasi si fosse in esilio".
E in questo caso se mettiamo in fila tanti genitori, con le morti nel cuore, che devono camminare, difficilmente li troveremo a camminare in queste cerimonie mai vere del tutto. Certe porte e certe strade, per colpa nostra, non si apriranno mai, né per i giusti, né per gli ingiusti!
Don Antonio Mazzi