SE ANCHE GLI STUDENTI OFFENDONO LA BELLEZZA

17/10/2018

Dobbiamo raccontare una storia, accaduta a Venezia, che di solito ha come protagonisti giovinastri ignoranti in fatto di arte, deficienti in fatto di materiale cerebrale e sociale.
Invece, c’è un invece che nasce dalla parte contraria, inspiegabile. O meglio, spiegabile solo se coloro che hanno combinato la porcheria erano “fatti di roba”, pieni di alcol, oppure collegati a qualche gruppo di vandali. Finito il preambolo, capite subito quanto è triste la storia che vi debbo raccontare.
Siamo a Venezia, in piazza San Marco. Tre studenti, frequentanti l’Accademia delle Belle Arti, si sono divertiti ad imbrattare di vernice rossa uno dei leoncini che stanno sulla piazza.
Una ragazza, che per un tratto era stata con il gruppo, dopo aver riflettuto e aver superato le normali incertezze “lo dico/non lo dico, lo faccio/non lo faccio” si è presentata in caserma e ha avuto il coraggio di raccontare il tutto ai Carabinieri.
I quali, dopo aver analizzato le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, per essere sicuri del vandalismo e dei suoi autori, hanno cercato, trovato e interrogato i quattro studenti.
Tra il sorriso e il sarcasmo, in poche frasi, hanno giustificato il tutto. “Avevamo passato una serata in compagnia tra le calli veneziane, e alla fine abbiamo dato quattro pitturate al leoncino, senza fare molti danni e solo per divertirci”.
Ho raccontato la stupidata senza particolari speciali e approfonditi. Di questi atti vandalici è piena l’Italia ma credevo che fossero i soliti quattro bifolchi incuranti dell’arte e delle bellezze. Invece rattrista che siano stati gli studenti universitari dell’Accademia della Belle Arti di Venezia, quindi ricchi di una cultura artistica non indifferente, a cadere in bravate così vergognose e selvatiche.
Purtroppo lo sfregio al leoncino pare sia l’ultimo episodio di una serie di atti vandalici che subisce il patrimonio monumentale di Venezia e delle altre città d’arte. Perché i nostri giovani e i nostri turisti, che attraversano mezzo mondo per vedere Venezia o che studiano anni e anni per apprezzarla, finiscono per compiere atti così indegni?
È mai possibile che l’educazione sia sparita tra noi, cosiddetti umani, per arrivare fino alle gallerie d’arte e ai capolavori dello “spirito”?


Don Antonio Mazzi