Mi pare simpatica l’idea del docente vicentino. E mi domando anche perché non sia arrivata prima. Il contratto etico, nella sua chiarezza e nella sua semplicità, non ha trascurato niente: le cose profonde e pedagogicamente impegnative, riguardanti l’accettazione delle diversità, la voglia di fare squadra, di costruire insieme per evitare bullismi e violenze, trovare il modo affinché l’ambiente favorisca l’apprendimento, l’attenzione e la collaborazione.
Questa è la parte del documento più interessante e più attuale, che lo qualifica molto positivamente. C’è un’altra parte che, dal punto di vista didattico, è molto meno interessante, che potrebbe rischiare non di rovinare tutto ma di essere accolta con il naso arricciato.
È la parte che riguarda l’abbigliamento e che sottolinea come non si debba confondere “la scuola con una palestra, una piscina, una discoteca”. Insomma, niente tenute sbracate, eccessive, sbilenche.
Sono le fogge strane, sbracate, eccessive, sbilenche. Conoscendo bene l’ambiente, questa seconda parte degli articoli credo che abbia suscitato qualche borbottio e le classiche battutacce dei nostri ragazzi.
Comunque è lodevolissimo il coraggio del professore che, compilato il contratto, lo ha proposto e fatto firmare. Vi saranno certamente infrazioni e disobbedienze.
Ma sono convinto che gli autori del contratto, tanto sono stati attenti nel compilarlo, altrettanto saranno stati previdenti nell’interpretare le eventuali “marachelle”.
La preside spera che si allarghi l’iniziativa perché, in fondo in fondo, sono norme già presenti nel regolamento da una decina di anni, ma la scuola pare ne abbia fatto poco uso.
Qui, invece, il professore vicentino, saltando tutti gli ostacoli, ha fatto firmare il contratto etico anche ai docenti. Bello!
Don Antonio Mazzi