Cari amici,
ci sono tanti modi per farci gli auguri di Natale. Il più semplice è spedirci il classico cartoncino con dentro stelle, magi, foto, fantoccini di ogni tipo e alla fine la firma. Metto per secondo le sudate e la pazienza alla cassa di qualche supermercato per svuotare il carrello… strapieno. Guai se mancano i panettoni e regione per regione, le cibarie per menù personalizzati. Come terzo impegno, i regali. L’ho messo per terzo, ben sapendo che è e sarà il primo. Non faccio commenti, perché già li immaginate… e poi, scusate la maleducazione, ma butterei via tempo, pagine di rivista e mi farei felicemente mandare a quel paese! (uso una citazione elegante, supponendo ben altri: vaffa…)
Arrivo al quarto impegno. Quest’anno è stato addirittura il Papa ad invitare tutte le famiglie a fare il presepe in casa. Ciononostante, anche se vengo un po’ dopo Papa Francesco, sottolineo caldamente che ciò accada non solo trovando l’angolo giusto nel salotto o in cucina, ma cercando e trovando anche qualche attimo, almeno durante i giorni natalizi “caldi”, per una preghiera, un pensiero e un gesto solidale.
A questo punto arrivo alla idea che mi frulla per la testa in questi giorni. Non voglio che pensiate che sono un seguace delle “sardine” o che diversamente dagli altri anni, invece di darvi consigli concreti alla mia maniera, faccia l’intellettuale o la malacopia di qualche tuttologo.
L’idea è impegnativa e non deve permettervi di barare. Andate in libreria e cercate un libro sull’Africa. Non un romanzo nè tanto meno un fascicolo geo-turistico. Fatevi consigliare e dopo abbiate il coraggio di dare priorità alle minoranze etniche, perché tutti meritano gli stessi diritti, gli stessi doveri, gli stessi aiuti che dareste ai vostri fratelli e alle vostre sorelle. Il Natale sta tutto qui: il somaro è più vicino al Dio bambino degli angeli e i pastori arrivano prima dei dottori della legge. Cioè: le minoranze, per prime, hanno sentito la parola PACE!
Se un Dio è diventato bambino, ed è morto vittima della civiltà romana e del Sinedrio, possibile che noi, dopo secoli, siamo ancora capaci, in nome dei Governi europei, di lasciare morire in mezzo al mare i diversi per i quali Cristo venti secoli fa è vissuto ed è morto?
di don Antonio Mazzi