“La Carovana sarà il mio viaggio,
il mio percorso interiore.
Parto con tante dubbi, tante paure, tanti “perché?”.
Amo le domande che dono simili a stanze chiuse a chiave
e i libri scritti in lingua straniera.
Non cerco ora le risposte che non possono essere date,
poichè non sarei capace di convivere con esse.
Il puntò sarà vivere ogni cosa fino in fondo, anche la fatica,
vivere questo viaggio con la speranza…
fino al lontano giorno, sperando non troppo lontano,
in cui avrai la risposta.
Amo questo viaggio per la sua idea,
un’idea partita un po’ di mesi fa,
quando ero davvero sulla strada
e che mi ha portato lentamente
ad amare me stesso lungo questo percorso,
e che oggi prosegue in Carovana.
Parto speranzoso di tornare con delle risposte,
ma so già che l’importante è sempre e comunque partire,
…dentro se stessi, magari con una bici (meglio se sgangherata),
e con uno zaino vuoto, da riempire strada facendo.
E’ emozionante sentirsi parte di qualcosa di grande,
di un cammino e una strada iniziate tanti anni fa e
che noi tutti stiamo percorrendo con la determinazione
di chi vuole cambiare le cose e, soprattutto,
vuole cambiare se stesso, scegliendo di essere in cammino.
Avevo smesso di sperare e di sognare,
ora sogno di partire, di camminare, di tornare con delle risposte
o, forse, tornerò con nuove domande.”
(dal “Diario di Bordo” della Carovana del 30° di Exodus)
“La Carovana è la nostra idea originaria: il mettersi in cammino fuori e il camminarsi dentro, ragazzi ed educatori insieme, come metodo educativo. È partire con poco e tornare con molto.
A 34 anni da quel primo viaggio, l'itineranza era e resta nel DNA di Exodus... e non importa come la si fa, a piedi, in bicicletta, scalando una montagna, fissando tende su una spiaggia deserta o attraversando il vento in barca a vela… perchè la Carovana prima di tutto è il viaggio dentro si sé.
Buona strada a tutti!”
Don Antonio Mazzi