È abbastanza noto da tempo che la destra cattolica americana, vescovi compresi, incita il Papa alle dimissioni perché “troppo di sinistra”. Le cose che danno più fastidio dell’ultradestra americana sono: l’insistente invito di Papa Francesco perché la Chiesa sia povera e per i poveri, le pesanti critiche al neoliberismo e “all’economia che uccide”, la denuncia contro il traffico d’armi.
Durante l’ultimo viaggio in Africa, sull’aereo gli è stato presentato il volume che ha raccolto tutti questi interventi e che si intitola Come l’America vuole cambiare il Papa. C’erano da aspettarsi alcune battute, com’è nel suo stile. Io che ho conosciuto Francesco quando era cardinale a Buenos Aires, di quelle parole ho colto il lato sarcastico e credo di aver colto bene. La segreteria vaticana, invece, è corsa ai ripari: «In un contesto informale, il Papa ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli e in questo caso da una nazione importante».
Certamente il Papa ama e stima tutti e quindi anche gli americani. Ma fa anche l’impossibile perché il Vangelo valga più della gerarchia, perché tutto il mondo capisca che la deforestazione fa male e perché anche gli Stati Uniti abbiano il coraggio di uscire dalla cruna dell’ago, prima che sia troppo tardi.
di don Antonio Mazzi