Un amico, proprio l’altro giorno, mi chiedeva perché ci sono sempre meno preti, aggiungendo poi: “Quelli che ci sono dovrebbero essere come te”. È un ritornello che sento da tempo, al quale rispondo: “Se fossero tutti come me sarebbe un disastro”. Infatti, come molti mi ascoltano e stimano, molti altri nei miei riguardi nutrono molti dubbi. Che i giovani non abbiano più tra i loro sogni e progetti l’idea di dedicarsi agli altri in modo radicale impoverisce la nostra società, è un brutto segno. Invece, qualche giorno dopo la domanda preoccupata del mio amico, leggo che tre fratelli il 28 giugno sono stati ordinati sacerdoti nella Cattedrale dei Santi Matteo e Gregorio Magno a Salerno. Due sono gemelli, di anni trenta, Carmine e Ferdinando. Roberto, invece, il più vecchio, ne ha 34. La storia ce la racconta Carmine: ”Ho sempre custodito nel cuore e nella testa il seme che il Signore aveva posto in me. Quando anche Ferdinando, il gemello, mi disse di volersi incamminare verso il sacerdozio, non fui sorpreso. Roberto, invece, ci ha spiazzati”. Cosa devo dire? La speranza è amica dei giovani perché sono più audaci e più adatti a percorrere sentieri rischiosi, quasi pericolosi.
don Antonio Mazzi