Aumentano sempre più le violenze e i maltrattamenti verso i bambini, anche nella città di Milano. Sconcertano e addolorano i luoghi in cui queste vessazioni si compiono: la casa, la famiglia, la scuola. L’ età più colpita è quella prescolare.
Riporto il caso della madre egiziana che dopo aver detto “odio mia figlia”, assieme al marito l’ha pestata e portata in bagno per strangolarla. Il misfatto è accaduto in zona San Siro, non lontano dal posto dove, due settimane fa, un padre aveva ucciso di botte il figlio di due anni.
Che cosa sta succedendo? Mentre si va decantando Milano città aperta, tra le più stimate nel mondo, civile, artistica, moderna, il suo Tribunale dei Minori lancia l’allarme, con la sua presidente, per tutelare i figli dalle violenze dei genitori. Solo nel 2018 ci sono stati 193 nuovi procedimenti per dichiarazioni di adottabilità, dietro i quali ci sono casi di abbandono morale e materiale.
Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia il problema: a dicembre scorso, secondo i dati diffusi da Repubblica Milano, erano 5158 i fascicoli aperti in tema di responsabilità genitoriale a Milano. Dobbiamo osare abbreviare il più possibile le pratiche per ridare una famiglia “sicura” ai bambini e ai minori abbandonati o, peggio ancora, seviziati e abusati.
E intanto dobbiamo lavorare meglio nel campo della prevenzione, dell’educazione e della rieducazione.
Perché aumentano anche i casi in cui il disagio dei nostri adolescenti si manifesta crescente e incontrollato, nei misfatti che accade loro di compier e nella paura che si riscontra in molti docenti, che faticano a far maturare la coscienza personale e sociale negli allievi.
I procedimenti amministrativi che hanno come oggetto misure rieducative verso adolescenti a rischio di devianza sono sempre più numerosi e preoccupanti. È di pochi giorni fa il caso sconcertante dei bulli adolescenti di Piacenza che, in classe, per mesi, hanno pesantemente minacciato la compagna dodicenne disabile, gridandole in faccia: “Sei malata, devi bruciare, noi ti odiamo, sei marcia, muori!”. Frasi di questa pesantezza e così bestiali non possono uscire dalle bocche dei nostri figli!
Facciamo presto ad intervenire, non con le repressioni, ma con nuovi e urgenti interventi educativi.
don Antonio Mazzi