Cara Flavia,
se i ragazzi e le ragazze che subiscono attacchi demenziali da personaggi paleolitici avessero il coraggio di prendere carta, penna e calamaio e rispondere nei modi furbescamente poetici con i quali hai risposto tu al bullo di turno, credo che otterremmo risultati molto più efficaci di quanto non facciano discussioni e progetti in cui ci avvitiamo. Queste mezze mandrie che vanno pascolando tra i banchi delle scuole si aspettano bersagli spaventati e ben lontani dal rispondere o dal denunciare.
È gente che nasconde la propria “meschineria” nel gruppuscolo dei pierini da marciapiede. Flavia mia cara, non fermarti alla lettera che hai scritto sulla “Provincia di Cremona”, continua a reagire interiormente e a vivere i tuoi undici anni con la carica e la grinta da sportiva. Non lasciarti prendere da pensieri grigi. Voglio farti ridere: se fossi il tuo preside, ti farei promuovere d’ufficio alla classe superiore perché nemmeno io, che scrivo da un po’ più tempo di te, sono essere così sarcasticamente educato, corretto e fresco come tu sei nel tuo fraseggiare. Bellissima poi quell’espressione: “Non riuscirai a spegnere la mia luce”, molto più efficace di altre consumate dall’uso.
Se ho capito bene fai sport e hai già conseguito la tua prima medaglia. Mi piacerebbe che questa tua lettera ti portasse l’altra “medaglia” che ho proposto al tuo preside, ma poiché la scuola ha i suoi meccanismi, consumati secondo me, ma impossibili da smontare, addio salti di classe: mi devo accontentare di lasciarti questa mia risposta, che scrivo “aperta” perché spero che la tua reazione intelligente e sensibile venga imitata da tanti altri!
Un abbraccio e ai tuoi genitori, che hanno avuto il coraggio di farti fare questo straordinario gesto pubblico.
P.S. Dimenticavo una cosa: io non sono specializzato nei funerali che la tua bulla ti ha augurato, ma in parolacce, soprattutto verso i cialtroni così maleodoranti, sono imbattibile. Questa volta, però, pe amor tuo, mi sono (con fatica) trattenuto
don Antonio Mazzi