Fermi da ormai due mesi e ci avviamo al terzo mese di STOP. E’ così che viene percepito da molti dei ragazzi che seguiamo nel nostro lavoro. Non è facile far capire loro che questo non è un periodo di STOP ma è un’opportunità, un po’ insolita, che possiamo sfruttare per inventarci un nuovo modo di “FARE”. Ma quando lo diciamo non lo diciamo solo a loro, lo diciamo anche a noi stessi. Perché anche noi ci perdiamo e ci scoraggiamo, perché anche noi abbiamo i momenti di sconforto, perché siamo persone come loro.
Cosa ci fa reagire? E’ la voglia di farcela, è la voglia di aiutare i più deboli, è la voglia di gridare che noi ci siamo e che camminiamo al loro fianco ogni giorno, è la voglia di “aprire strade impossibili” come ci ha insegnato Don Mazzi. Perché lui, a 90 ancora ha ancora “voglia”!!
E’ un “TEMPO” non perso ma è un “TEMPO” per capire, conoscerci e ricostruirci, è un “TEMPO” per creare nuovi modi per affinare nuove tecniche di comunicazione.
Come posso creare una relazione con i ragazzi se non li posso avere vicini, guardarli negli occhi, intuire le loro emozioni dal linguaggio non verbale?
Incontriamo ogni giorno un gruppo di ragazzi adolescenti che hanno deciso di mettersi in gioco e partecipare alle nostre “sfide creative”, ai laboratori di cucina e riciclo creativo; gli chiediamo di utilizzare le cose che hanno in casa, di offrirci i loro punti di vista attraverso foto e disegni. Qualche volta sono loro ad inviarci delle proposte: “Silvia, perché non facciamo che ognuno di noi si veste di un colore per esprimere la nostra emozione del momento?!” accetti e ti arriva una foto dove il colore dominante è il nero!! Chiedi loro cosa gli manca della scuola e ti rispondono: “Educazione fisica! Perché possiamo correre!” E li ringrazi, perché ci stanno raccontando come si sentono e possiamo ascoltarli e incoraggiarli.
Ma una cosa non puoi fare a meno di chiederti: dove sono tutti gli altri, quelli ancora più fragili!? Come possiamo arrivare a loro, a quella maggioranza silenziosa che ha dentro un grande disagio e che non esprime perché non si fa vedere alle chiamate on line e alle chat di gruppo?
Io non ho una risposta, so solo che ogni giorno, all’ora stabilita spacco il secondo, e sono on line!
Perché voglio che sappiano che ci siamo sempre e che non li perdiamo di vista, perché lo so che leggono tutto quello che pubblichiamo e sono certa che prima o poi “loro” si faranno sentire… perché in questo “TEMPO” non perso, io gli dò il loro “TEMPO”.
Silvia, Educatrice Polo Exodus Cassino – Progetto “Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie”