GUARDAVO MA NON VEDEVO

03/04/2020



Care mamme e cari papà,

questi sono giorni strani, difficili da definire, che tracciano in ognuno di noi profondi solchi. Pensandoci bene, mi sento come un terreno attraversato dalla lama tagliente dell’aratro: le zolle della quotidianità non sono più al loro abituale posto, la terra viene girata e rigirata da un seminatore imprevisto e in un tempo che non corrisponde alla stagione della semina.

Questa mattina, Paola – la mamma di un ragazzo di 23 anni, ospite presso una delle Case di Exodus – mi ha scritto “In questa emergenza, dove la vita rallenta, ognuno di noi deve trovare la possibilità di riscoprire sé stesso”. Parole che hanno dato forma ai cerchi concentrici dei miei pensieri creati dal lancio di un sasso nello stagno. Ecco il senso dei piccoli frammenti di terra generati dal lavoro dell’aratro: è tempo che le certezze lascino il passo alle incertezze, che i frammenti prendano il posto delle zolle di terra per offrirci la possibilità di guardare il campo delle nostre veloci esistenze, con occhi nuovi, con sguardi più maturi e autentici.

Per quanto tempo abbiamo guardato senza vedere? Ha proprio ragione Paola. Oggi abbiamo il “tempo” per ritrovarci, come spesso ci ricorda Don Mazzi, abbiamo il tempo per “camminarci dentro”, per scoprire cose che avevamo dimenticato.

Questo tempo lo dedicheremo anche a fare le pulizie di fino e a sfornare deliziosi dolci che ci renderanno a dir poco più burrosi, ma ci aiuterà, soprattutto, a “rispolverare la nostra capacità di entrare in relazione con noi stessi e con i nostri figli”.

Il timore di non essere capaci, cederà il posto alla fiducia dell’essere genitori-educatori adulti e competenti. Torniamo ad ascoltare senza giudicare. L’ascolto non spiega, l’ascolto favorisce la comprensione e genera vicinanza. Scopriremo che anche i nostri ragazzi torneranno ad apprezzare la nostra presenza e la piacevolezza dello stare insieme.

Quest’aratura fuori stagione sta restituendo al “tempo” la sua poltrona. Ora le lancette continuano ad andare avanti ma, con un ritmo diverso: il tempo del rumore ha ceduto il passo alla musica del silenzio e solo il silenzio è in grado di apparecchiare la tavola dell’ascolto autentico.

Concludo queste disordinate riflessioni con il pensiero di Giorgio, un papà che oggi ha terminato una consulenza telefonica dicendomi: “In questo momento difficile, insieme alla mia famiglia, proviamo a rimanere l’uno accanto all’altra per rialzarci e incontrarci nuovamente”.

Susy Pierantoni - Responsabile Centro Ascolto Exodus Milano



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