INVENTARE NUOVI CORRIDOI… EDUCATIVI

30/04/2020


Mi chiedevo in questi giorni come potremo ripensare in maniera creativa e saggia questa situazione. Sarà l’occasione per ripensare la scuola, la sanità, le politiche del lavoro, l’economia? Sento la mancanza di una narrazione comune, seppur provvisoria, riflessiva su ciò che sta accadendo.
E osservo.
Nel lavoro educativo di questi giorni c’è già un gran pezzo di futuro.
Le reti si serrano su progetti fortemente individualizzati.
E’ l’insegnante “x” che chiama l’educatore “y “che informa che manca il pc in famiglia. Non è un dialogo istituzionale, fra enti e progetti. E’ una rete di persone responsabili e proattive che si cercano per “pulire i corridoi”: ognuno allunga un po’, con flessibilità e creatività, per raggiungere gli spazi comuni, quelli di cui nessuno si occupava più. Don Antonio tempo fa parlava profeticamente di avamposti.
Io li vedo, questi avamposti, nei corridoi, in questi spazi di collegamento dove le persone transitano. Sono non-luoghi, terre di nessuno, occupati da ragazzi e ragazze, famiglie, ancora senza una stanza definita. Spazi di transizione che abbiamo un po’ alla volta smaterializzato, fino ad ignorarli, mentre l’ossessione del controllo creava stanze e sottostanze…
In questi giorni osservo gli educatori del Donmilani2 e li vedo in questi corridoi virtuali, a smistare informazioni, corse, paure, ricette, compiti. Non hanno uffici e scrivanie: come la maggior parte dei ragazzi, hanno cellulare e un portatile.
Mentre i processi educativi dentro l’edificio pubblico sono soffocati da una burocrazia ancora in cartaceo, nei corridoi con le nuove generazioni ci sono persone-educatori che percorrono altre strade. Le porte istituzionali sono necessariamente chiuse e gli operatori, pubblici e privati, si scoprono responsabili e protagonisti del loro lavoro, sempre più sulla persona. Insieme agli educatori del don Milani ci sono insegnanti, assistenti sociali, dirigenti che riscoprono la visione nel loro lavoro.
Come diceva Don Antonio nella messa per la domenica delle Palme: “il popolo è popolo, oggi esalta Gesù e domani salva Barabba. Eppure…”
Non al singolo intervento o alla singola persona si dovrà una rivoluzione, bensì al modo in cui questi creeranno nuove prassi e nuove reti.

Cristina B.