Caro Giangiacomo,
sono anch’io blindato, perché, secondo i miei ragazzi, quello più indisciplinato e difficile da rinchiudere sarei stato io.
Però la testa non la rinchiudi e bolle. Perciò con qualcuno mi dovevo sfogare. Ascoltami.
Colui che noi chiamiamo Padreterno, ancora una volta, alla sua maniera, cioè senza tante liturgie, visto che nonostante un Papa rivoluzionario e nonostante le vicende tragiche che stanno attraversando i Paesi poveri, non sono servite a niente, ha dato una soffiatina particolare a due ali di un pipistrello e ha ribaltato il mondo.
Noi, come il catechismo suggeriva e la sociologia laica interpretava, l’avevamo lasciato in cielo e nei tabernacoli. E in questi giorni pandemici, lo invocavamo spaventati e quasi disperati. Ma Lui, essendo sia il custode delle formiche come quello delle stelle e di tutte le altre cose che vanno oltre la nostra cultura, invece di arrivare con modalità che noi pensavamo miracolose, divine, teologiche, è “precipitato” tra noi, cogliendoci in totale contropiede.
Ai tempi, con una manciata di sabbia, ha fatto l’Uomo; con il diluvio ha lavato la terra; con un pezzo di pane ha inventato la “Cena” come momento più dolce di ogni giornata; con dodici ebrei di strada ha fatto più casino di Marx, di Mao, di Galileo e di Colombo, e con otto righe ha lanciato la politica più efficace della storia. Fino a ieri era roba vecchia, cattolica, e l’unica speranza dei poveretti.
Adesso, sentire i laici parlare di fraternità, sentire i grandi economisti ammettere che le strategie amministrative sono sostanzialmente sbagliate, e vedere che decine e decine di Centri di Ricerca sono lì a mani vuote, mi fa un po’ senso. Perfino i Cardinali, mentre stavano litigando sui preti sposati, sono dovuti correre a chiudere tutte le chiese, compreso San Pietro, tralasciare le messe domenicali, perfino il triduo pasquale, se non addirittura la Pasqua e finalmente rispondere all’unica domanda-verità: la religione cosa c’entra con il Vangelo? Se Dio si è fatto carne e ha vissuto dentro le vicende quotidiane per testimoniare il primo ed unico comandamento: “Amatevi gli uni gli altri quaggiù”, perché lo andiamo a cercare lassù, bardati come vecchi marchesi in pensione?
Caro Giangiacomo, quello che ieri puzzava di muffa, almeno per gli intelligenti, è diventato lievito fresco e tenerezza indicibile. Questa vicenda ha portato al centro ogni uomo che vive in questo mondo. Ha riportato ordine e priorità. L’ultimo uomo vale più di tutti i templi.
La diversità è diventata solidarietà e ogni legge è diventata carta straccia.
Ma domani sorgerà un giorno con due albe: una quella solita e la seconda, potente, pulita, illuminante, così forte da farci rinascere nuovi.
Sì! Io credo nell’Uomo nuovo di domani.
Ciao a tutti!
Don Antonio Mazzi - Corriere della Sera