Ci sono momenti in cui comprendo la situazione e capisco,
qiundi, tutto è semplice, più chiaro.
Ci sono momenti in cui, invece, mi sembra tutto così ingiusto,
surreale, assurdo, inaccettabile.
Un pezzo di pane, se buono, non ti fa pensare a niente,
se ti andasse di traverso ti strozzeresti
e magari dormiresti per sempre.
Caro passato… ti ringrazio per avermi ucciso una volta
e avermi dato la possibilità di aprire gli occhi e rinascere.
Ricordiamo che essere felici era troppo difficile,
avremmo voluto tanto chiederti se almeno sapevamo di cosa stavamo parlando
ma se non ti avessimo conosciuto, caro passato,
non avremmo mai capito cos’è veramente l’amore.
Oggi si lavora e si fatica per il pane quotidiano,
ma non ci dimentichiamo che raccogliere le briciole ai piedi del tavolo
è il gesto più romantico.
Sarebbe bello sperare che tutti ci accontentassimo di un pezzo di pane mangiato in compagnia,
in fondo “cum-panis” vuol dire compagno,
e ognuno di noi aspetta il passo dell’altro invitando i compagni a camminare insieme.
E ne abbiamo fatta di strada,
facciamo respiri profondi,
è tutto così bello quassù…
…ora abbiamo le tasche piene di noci,
anche le papille gustative ricordano,
mentre la lingua frizza e frizzano anche le mani,
ma cosa importa se si può ricominciare già domani.
Ringraziamo le scelte che ci hanno fatto capire che ogni momento può essere un nuovo inizio,
oggi ringraziamo il dolore.
Vi chiederete dove siamo,
come abbiamo fatto, di questi tempi, a trovare un posto da cui godere di tutta questa bellezza.
Noi siamo a casa!
I ragazzi di Exodus Elba