Lasciate che vi racconti una cosa bella. Mi arriva una mail da Stefano, carissima e dolcissima nella sua semplicità. “Ciao don Antonio ti vorrei regalare una boccata d’aria fresca. Anzi freschissima perché arriva proprio dalla scuola media che tante critiche condivise ti fa sollevare. Ti allego un messaggio ricevuto oggi sul registro elettronico di nostra figlia che è in seconda media nell’area metropolitana di Milano. Un compagno in situazione di disagio famigliare è stato oggetto di accuse ingiuste, prima sui social e poi dirette, di furti all’interno della scuola. Appena la notizia è finita ai compagni e a una prof. “illuminata” anzi no, una prof normale, si fermano le lezioni, si discute e si decide: la classe si divide in gruppetti e fa il giro delle classi della scuola per dire che la notizia è falsa e che il compagno è una delle persone più buone e più generose che ci siano”.
Questa classe ha dimostrato grande attenzione verso il prossimo. Davanti ad un momento di profonda ingiustizia e difficoltà vissuto da un compagno, i ragazzi hanno scelto di aiutarlo attivamente. Hanno riflettuto su cosa significhi spargere informazioni non veritiere e sulle ferite che queste lasciano sulle persone. Per questo hanno scelto di non essere spettatori ma di proteggere attivamente il loro compagno. Gli insegnanti sono davvero orgogliosi di ognuno di loro come singoli e come gruppo di classe, grazie anche a noi genitori.Fin qui il messaggio che mi è arrivato. E ringrazio Stefano che me lo ha mandato, per due motivi.
Il primo motivo di ringraziamento parte dalla frase di apertura. Per chi come me soffre davanti alle situazioni, le più strane e complicate, vedersi arrivare da parte di un genitore poche righe, semplici, senza enfasi e senza parole in più, che traducono tutto quello che vado scrivendo su questa rivista da anni e che me le manda, sapendo che sarebbero state per me una boccata d’aria fresca, ha compiuto un atto di amicizia stupendo. La seconda boccata d’aria fresca sono i ragazzi. Perché solo così vinceremo, pareggiando. Scusate il linguaggio sportivo: ma ad un gruppo di fessi e di imbecilli si risponde con un gruppo di ragazzi veri, autentici, capaci di tirare fuori il meglio e non il peggio che hanno dentro. Non tralascio poi, l’intelligenza della professoressa (ancora una volta donna) e la collaborazione dei genitori. La mail finiva con “Evviva” e così finisco anch’io.
Don Antonio Mazzi
don Antonio Mazzi