TORNIAMO A GIOCARE CON I “GRANDI DIMENTICATI”

06/06/2020


Potremmo chiamarli i grandi dimenticati oppure quelli che arrivano dopo aver risolto tutti gli altri problemi. I giovani, i ragazzi e i bambini sono di volta in volta o carini, o simpatici o bulli o, riportando un pensierino della Zanicchi “Se mi trovassi di fronte a quei ragazzetti di 15 anni, tutti insieme senza mascherine a bere birra e a fumare, cercherei di svergognarli, li prenderei a calci e li manderei a casa”.
Il problema non è solo l’estate dei nostri figli, ma è il segnale inquietante che manifesta, quasi tra l’indifferenza, che noi facciamo i figli come facciamo i panettoni. Li vogliamo, li adoriamo, li trasciniamo a scuola, tra una parolaccia e l’altra a causa del traffico, del ritardo, del nostro lavoro e poi, alla sera li vediamo a cena. Fin qui ho parlato delle famiglie quasi normali e ho parlato di quanto accadeva fino a tre mesi fa.
Poi, è arrivata la maledizione e la scuola si è fermata, il lavoro per molti genitori è tornato incerto, le associazioni, i campi gioco, gli oratori, lo sport, le palestre che potrebbero dare una mano ed evitare la svogliatezza, le ammucchiate perditempo e diventare le occasioni per occupare i pomeriggi ed imparare, anche quelle a causa di norme ciniche inventate alla bell’e meglio, chiuse. I figli sono una “rottura” sempre: a scuola, dopo scuola, a casa, durante le ferie e quando non esistono nonni o parenti o badanti o qualche prete sveglio.
Spero, se i pipistrelli lo permetteranno. di organizzare anche quest’anno un paio di carovane e alcune attività estive. I volontari ci sono e l’Italia è bella. Il guaio non sono le vacanze, ma il valore che noi diamo alla parola educazione. Pare questa parola non faccia parte delle priorità della nostra Italia.
Diciamoci la verità e approfittiamo del disastro per tornare a giocare con i nostri figli. Occasioni ce ne sono come prima, e, i nostri ragazzi si divertono con niente. Certamente non sono seminaristi e tanto meno giovani coltivati per i festival dell’educazione e del galateo. Siamo noi grandi che da anni li abbiamo affittati in funzione dei nostri tempi e dei nostri comodi.
Il coronavirus ha fatto saltare il congegno ed ora, eccoci disperati. Calmiamoci, mettiamo in azione la fantasia, sbuffiamo di meno e cerchiamo cose semplici che hanno sempre funzionato. L’estate scorsa alcuni genitori con un cavallo che faceva finta di trascinare un carro, un po’ di maschere, due tende e una decina di adolescenti hanno animato alcune piazze intorno al Lago di Garda. Si sono divertiti da morire. Basta poco per riempire l’estate. È il resto dell’anno che dobbiamo riempire di significati a scuola, a casa e con gli amici.

don Antonio Mazzi