La Carovana è lo strumento che Exodus utilizza per permettere ai ragazzi di uscire dalla comunità e dalla sua routine, di avere esperienze nuove a stretto contatto con la Natura, attraverso una vita semplice e sana, scandita da avventure, momenti di condivisione, riflessione e gioco.
La Carovana dà modo ai ragazzi di rinforzare il gruppo, conoscere meglio se stessi e gli altri in un luogo nuovo, diverso da quello della vita di tutti i giorni e permette di vedere e scoprire cose nuove, addirittura, in alcuni casi, mai viste prima.
Il tema di questa Carovana è stato la Rinascita. Un’occasione, per un gruppo relativamente “nuovo”, di rinascere come nuova famiglia, come comunità di persone che si trovano ad intraprendere assieme un’importante parte del cammino delle loro vite. Una possibilità per sperimentare che camminare assieme a qualcuno è un lavoro che necessita fatica, impegno e fiducia negli altri, ma che restituisce energie e tanta forza per quei momenti in cui la forza sembra mancarci.
Il Centro Giovanile Tremenda XXL di Samolaco (So) è un luogo ideale per questo tipo di esperienze e don Gigi Pighi è una preziosa guida. I ragazzi sono stati immediatamente coinvolti dalle attività, dagli spunti di riflessione che don Gigi ha proposto, dal luogo e anche dalle altre persone che gravitano attorno ad esso. Non solo: si sono aperti con la commovente semplicità di chi ha una storia difficile e complicata alle spalle e la voglia di condividerla, anche con chi non conosce, per far sì che diventi un esempio da non seguire e sperare di essere utile a sé e agli altri.
A testimonianza di questo, quelle che seguono sono le parole che A. ha letto nel corso della Santa Messa celebrata da don Gigi. Era stato chiesto loro di portare sull’altare, durante l’offertorio, un oggetto, uno “scartino” trovato durante la settimana che in qualche modo fosse stato spunto di riflessione su di sé e sul proprio percorso.
“Oggi vogliamo sottolineare una parte del cammino di rinascita che in questi giorni di carovana a Tremenda, con don Gigi e lungo i sentieri ripidi delle montagne attraverso la fatica per raggiungere la vetta, ci ha fatto riflettere sull’importanza del gruppo, sul valore della diversità di ognuno, una diversità piena d’amore, quell’amore profondo composto dalla meraviglia che abbiamo dentro e che con umiltà stiamo cercando di riconoscere e abbracciare.
Sono riuscito a vivere in modo pieno questa esperienza, godendo ogni attimo trascorso assieme e accettando ogni pensiero bello o brutto che mi arrivava.
La montagna risveglia in me istinti e sensazioni antiche.
La comunità è un’esperienza dura ma che ti riempie la vita, non vorrei essere da nessun’altra parte perché questo è un viaggio che combatte la morte e sceglie la vita.
Lungo il cammino ci è stato chiesto di trovare un oggetto simbolo del nostro essere “scartini” che diventa nella rinascita valore aggiunto nella riscoperta di ognuno di noi e che abbiamo qui sull’altare.
P. ha raccolto un sasso che riflettendo la luce del sole simboleggia la fede e la speranza.
G. un pezzo di terra che gli ha ricordato il viaggio in India quindi il camminare e il camminarsi.
G. una piantina che simboleggia il cambiamento, le sfaccettature di un uomo che si trasforma con la propria bellezza.
A. ha raccolto un sasso che gli ricorda l’infanzia e l’importanza della famiglia.
L. con il suo pezzo di legno tra questi monti è riuscito a ritrovare suo padre e dal suo essere “scartino” ha dato un valore diverso alla morte che è diventata vita.
L. ha trovato il pane degli alpini, ci ha spiegato il significato simboleggiando le radici di ognuno di noi.
B. con il suo fiore bianco ha scoperto la purezza della vita senza la droga.
I. ha trovato un ramo secco con delle pigne attaccate come lotta alla sopravvivenza.
M. una pietra del colore dell’oro che simboleggia il Dio denaro che va sconfitto per ritrovare il Dio uomo morto sulla croce per tutti noi.
Io ho trovato del muschio, sapore della natura, della nostra parte più profonda e dell’orientamento che ho scelto di seguire.
Oggi il nostro amico P. ha fatto il pane che è un alimento fondamentale, si può mangiare ovunque, con tutto, a ogni ora del giorno e della notte. Cosa ancora più importante è che ci accomuna tutti, in tutto il mondo. Oggi lo condividiamo qui, tra queste vette, come simbolo del corpo di Cristo. Vi ringrazio della vostra presenza e buona condivisione”.