Proprio in questi giorni assieme ad altre associazioni di volontariato, abbiamo mandato un messaggio forte al Presidente Conte. Dopo aver sottolineato quanto questo terzo settore stia facendo, l’abbiamo quasi invitato ad intervenire nel più breve tempo possibile a sbloccare il Dpcm previsto dalla riforma e previsto da mesi e, come si dice, sul tavolo della Presidenza del Consiglio.
Si tratta di rivedere la disciplina del 5 per mille e come previsto nella nuova norma, di provvedere ad erogare entro giugno, il 5/1000 del 2018, e contestualmente di almeno il 50% dell’ammontare del 5 per mille del 2019. Basta solo una firma perché si tratta di risorse già a bilancio. Aspettare, sarebbe un boomerang non solo per noi, ma per l’intero paese.
Spero tanto che il peso della nostra presenza in queste settimane, abbia finalmente fatto capire che in un paese moderno e civile forse come quelle del terzo settore non vanno vissute come qualcosa nata dal buonismo della gente, ma dalla visione plurale di uno stato veramente democratico. Non ci accontentiamo, anche se ringraziamo, di essere considerati, dallo stesso premier, come “cuore pulsante” della società.
Non siamo solo cuore, ma siamo forze sociali indispensabili. Lo scoppio della pandemia di Coronavirus e il crollo delle donazioni, butta sul lastrico l’intero nostro settore. Non voglio esagerare, ma le nostre attività e la nostra presenza sono decisive per le urgenze e le emergenze che colpiscono l’intera popolazione. Abbiamo firmato in tanti, ma nonostante la convinzione del Presidente sembri molto intenzionata a venirci incontro, almeno per il 5 per 1000, ancora non vediamo segnali precisi.
Se poi pensiamo che, al di là delle firme, la burocrazia come sempre infinita, avrà bisogno di ulteriori mesi ci coglie una enorme tristezza. Già nei tempi normali, il nostro mondo si è sempre trovato tra le ultime righe dei programmi politici ora, dei 10 miliardi che abbiamo previsto per il bilancio Italia, cosa resterà? Comunque, questo non è solo il mio pensiero, ma quello di tutti e ringrazio Famiglia Cristiana che mi permette una ulteriore sollecitazione.
Detto questo, siamo vicini a chi soffre, a chi muore, e se fosse vero, soprattutto ad alcune strane situazioni che si sono verificate, nelle quali i morti, soprattutto se vecchi, pare siano finiti ammucchiati nelle chiese e un po’ dovunque. Mi fermo qui e prego Dio che nella nostra Italia queste cose siano accadute controvoglia e nella disperazione generale.
Don Antonio Mazzi