Siamo alla fine dell’anno scolastico. Anno travolgente, faticoso e affascinante allo stesso tempo, uno dopo l’altro i ragazzi diventano un po’ più grandi e affrontano l’esame di terza media.
Qualche ricordo va all’anno scorso, le slide preparate al computer e salvate su chiavetta, temi un po’ personali e un po’ no, dettate più dalle materie scolastiche che da veri e propri interessi personali. Quest’anno le tesine hanno tutt’altro aspetto: fogli di carta a volte strappati direttamente dai quaderni, scritte a penna e talvolta con evidenti cancellature scarabocchiate, vagamente somiglianti alla vecchia cara “bella copia” (qualche decennio fa si completava anche con la famosa cornicetta a colori).
Però… c’è un però. Tesine più vere, più reali. Perché la scuola ha messo al centro proprio questo principio: IL PRINCIPIO DI REALTA’, per non escludere nessuno.
Questo lavoro di preparazione è stato lungo, è stato ricerca, è stato dar vita a creatività impensabili per ritrovare e imparare insieme i linguaggi della vita. Sarebbe inutile a questo punto proseguire con qualche bel pensiero dal sapore un po’ psicologico e un po’ filosofico, è molto più bello che a raccontare siano i ragazzi con qualche piccolo stralcio:
“Sono vissuto in Nigeria e a 12 anni sono venuto in Italia, ma non ero contento: mi è mancata l’energia dell’Africa! Avevo degli amici e dell’amicizia voglio parlare, anche attraverso una canzone che è stata scritta più di un anno fa ma parla di quello che sta succedendo oggi: ‘Ogni giorno può essere un giorno migliore nonostante la sfida, tutto quello che devi fare è lasciarlo migliore di quando l'hai trovato. Sarà difficile rimanere in piedi ma mantieni l'equilibrio, Tutti cadono a volte ma devi solo sapere che alla fine andrà tutto bene’. E la tesina termina con una fiaba africana sulla storia di amicizia tra un leone e un ragazzo, perché l’amicizia vera vince qualsiasi diversità!”
“I miei genitori sono Rumeni, e mi hanno raccontato quello che è successo in Romania durante la dittatura e della sofferenza vissuta dalla gente. La mancanza di cibo, di elettricità; la scuola era obbligatoria e molto severa, tutti lavoravano ma nessuno era libero. I bambini soffrivano la fame, ma c’era chi faceva mangiare i propri cani in ciotole d’oro, e queste cose non sono scritte sui libri. Ma la Romania oltre alla storia ha anche una leggenda, quella di Dracula, scritta da Bram Stoker che però era un personaggio realmente esistito e si chiamava Vlad III. Si dice fosse vissuto in un castello in Transilvania!.
“Sono arrivato da poco dall’Albania, la mia è una storia di migrazione. All'inizio l'italiano era davvero difficile per me e riuscivo a malapena a capire qualsiasi parola, poi col tempo ho imparato a comunicare con le persone, è stato difficile ma l'ho fatto. Il mio italiano non era perfetto ma poi a scuola sono stato aiutato e ringrazio tutti. Vorrei scrivere dei suggerimenti a chi si sposta dal suo paese verso uno migliore: non dovresti avere paura o essere ansioso, ti abituerai alla vita e se stai per arrenderti, pensa solo al motivo per cui sei partito. C’è stato un emigrante importante nella storia, Wilson Kokalari, albanese come me e voleva diventare un astronauta. Frequentò la stessa università di Neil Amstrong ed è stato l'ingegnere che ha guidato il programma dell’Apollo 11”.
“La mia città si chiama Napoli, ho passato l’infanzia nella piccola bottega da barbiere dove andava mio padre, e mi ha sempre affascinato quel mestiere. Ho un sogno, e lo coltivo da sempre: voglio diventare un barbiere! Così nella mia tesina ho scritto di questa arte, dalla preistoria ad oggi passando dall’antichità dell’Egitto alla Grecia, dal medioevo dove i negozi di barbiere erano dei veri e propri centri di aggregazione fino ad oggi. E ho raccontato del ‘Barbiere di Siviglia’ di Rossini, scritto prima ancora da Paisiello, grande compositore napoletano, famoso per la Cavatina usata dal regista Kubrik in un suo film”.
Questa tesina si conclude con una frase di Shakespeare: “Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.
Si, possiamo dirlo anche noi: siamo fatti di sogni.
di Barbara, Educatrice Polo Exodus Assisi – Progetto Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie