Ho letto nei giorni scorsi la storia dolorosa che Dino Scaldaferri, a Milano noto come il “tenente Colombo”, ha affidato al libro Mio figlio mi ha insegnato. È la storia di un padre che tanti anni fa ha perso un figlio per Aids a seguito di una dipendenza da eroina e che gli ha promesso nell’ultimo dialogo, il più autentico, di spendere il resto della vita ad aiutare i suoi amici e i ragazzi venuti dopo a tirarsi fuori. Da allora non ha fatto altro.
Chissà quanti padri si chiederanno davanti a questa storia come prevenire. Vorrei dare loro due dritte, figlie della mia lunga consuetudine con i ragazzi, in un decalogo, da applicare intanto che i figli crescono.
1. Non pretendere da un figlio maschio meno di quanto pretendi (o pretenderesti da una figlia femmina) in termini di responsabilità, collaborazione in casa, risultati a scuola, rispetto delle regole famigliari
2. Avvicina tuo figlio ai libri e al piacere della lettura. Comincia a leggergli storie quando è molto piccolo. Quando è un po’ più grande non imporgli di leggere, ma tieni libri in casa, accompagnalo in libreria, e abbonalo ad una rivista.
3. Sii disponibile quando tuo figlio ti cerca, ma aiutalo solo quando non può farcela senza di te. Insegnali come può fare la prossima volta a cavarsela anche senza di te e quando ce la fa, non dirgli “bravo, sei in gamba”, ma “bravo, si vede che hai lavorato sodo”.
4. Insegna a tuo figlio il valore dei soldi, non dargliene troppi. Incentivalo a risparmiare per comprarsi le cose che desidera. Già alle scuole superiori incoraggialo a trovarsi piccoli lavori per guadagnarsi qualcosa.
5. Non permettere che tuo figlio tenga comportamenti che disapprovi quando messi in atto dai figli degli altri. Non minacciare mai punizioni con non ha la certezza di mettere in atto.
6. Non contestare gli insegnanti di fronte a tuo figlio. Diventa loro alleato nell’educare al meglio tuo figlio, e non complice di tuo figlio nel cercare di trovare sempre la via più facile.
7. Lo sport e la competizione sono importanti per crescere, ma saper perdere è la prima cosa da imparare. Non dare la colpa all’arbitro. Non accusare di scorrettezza gli avversari. Insegna a tuo figlio a dare il meglio di sé, ma anche ad accettare lealmente le sfide e ad affrontare con coraggio frustrazioni e sconfitte.
8. Non caricare su tuo figlio le tue aspettative. Incoraggialo a seguire le sue passioni e a raggiungere i suoi obiettivi anche quando non li condividi pienamente.
9. Un figlio maggiorenne è un uomo prima ancora che un figlio. Incentivalo, pur nelle difficoltà, a diventare autonomo e autosufficiente. Non difenderlo dal mondo, ma aiutalo a trovare gli strumenti per affrontare il mondo da solo.
10. Lascia che tuo figlio, ogni tanto, si annoi. Lascia che impari a gestire le sue energie, i suoi pensieri, il suo tempo.
Don Antonio Mazzi