Secondo lockdown per la Lombardia, primo video-incontro con gli alunni e le alunne con cui abbiamo portato avanti il progetto “Scuola Ventura”, nato all’interno del Donmilani2: Ragazzi Fuoriserie di Fondazione Exodus, nello scorso anno scolastico, che ora frequentano la seconda media.
Alla mia domanda: “Come state?” subito una voce acuta risponde senza esitare: “Ho paura di morire”.
E’ in questo momento che capisco che quegli stessi adolescenti che durante il primo lockdown hanno reagito in maniera più stoica e coraggiosa, ora sono anch’essi stanchi, stufi, spaventati.
Allora mi chiedo, di cosa hanno bisogno per stare meglio? Come ha reagito il sistema scuola per far fronte e prevenire questa situazione che inevitabilmente avrebbe colpito gli adolescenti ampliando le loro fragilità e paure?
Distanza, mascherine, igienizzante.
Prima di ritornare a scuola tutti erano preoccupati solo di questo e ora le uniche preoccupazioni sembrano essere legate ai programmi, alle ore perse, al troppo tempo al computer.
E a come stanno? Chi ci pensa?
E’ questa la vera priorità, a mio parere: riflettere insieme a loro sulla sensazione di vulnerabilità che pervade le loro vite in modo maggiore durante questo periodo storico.
Accogliere le loro paure, le loro speranze, il loro senso di incertezza e rielaborare i loro vissuti in modo tale che tutto ciò non si trasformi in mostri che li accompagnino nel momento in cui vanno a dormire la sera, dopo aver fatto tutti i compiti che gli sono stati assegnati online.
La mia paura è, invece, legata al fatto che nemmeno una pandemia è stata in grado di creare delle priorità che mettano al centro i bisogni degli adolescenti di oggi, che nemmeno una pandemia è stata in grado di far riflettere sul fatto che tutto ciò che andava preparato prima di tornare a scuola era legato alla formazione di insegnanti ed educatori, in modo tale che potessero davvero accogliere e guidare studenti e studentesse in questa fase complicata della loro vita che è l’adolescenza.
Adolescenza accompagnata da una pandemia, una ricetta che sicuramente darà un risultato mostruoso se non si inizia fin da subito a fare i conti con i nuovi mostri che emergeranno nelle vite degli adolescenti, piuttosto che solamente fare i conti sui contagi.
In tutto ciò, un po’ di speranza mi rimane.
“E tu? E tu come stai?” - mi chiedono dopo che ho chiesto a ciascuno di raccontarmi come stanno vivendo questo momento.
L’attenzione all’Altro, quella cosa fondamentale che manca a molti adulti di oggi, loro ce l’hanno, questi adolescenti, questi adolescenti di cui si dice che non sono interessati a nulla.
Francesca Aloi, Educatrice Polo Exodus Quarto Oggiaro Milani