IL VIRUS E LA COLPA

01/12/2020


I miti antichi si muovono nel profondo della nostra coscienza e nei momenti di crisi emergono in forme inusitate. Così, in questi giorni prostrati dal virus, e ancor di più dalle discussioni sulla ricerca dei rimedi, torna in mente la vicenda di Edipo.

L’inizio della tragedia presenta, infatti, una situazione simile alla nostra. La città di Tebe è devastata da un virus che uccide indiscriminatamente e il re Edipo, con vigore e responsabilità, interroga i suoi sapienti e anche l’oracolo per cercare di scovare la causa del morbo, intervenire per risanare la città e, nel caso ci fossero responsabili, punirli aspramente.

L’analogia con l’oggi arriva fin qui, ma noi non abbiamo ancora interiorizzato il seguito della tragedia.

Poco alla volta e dolorosamente Edipo, il re, prende coscienza del fatto che è proprio lui la causa del male, è lui l’assassino di suo padre che sta cercando: il saggio cieco Tiresia gli pone davanti la verità, che lui vedente non vedeva, e questo svelamento porta all’epilogo del dramma.

Ed io, qui, alle prese con la mia battaglia personale e collettiva contro il Covid. Dopo mesi di mascherine, distanziamenti, smart working, con amici e parenti colpiti, con la paura, con la rabbia. Con la speranza di trovare il colpevole cui addossare tutte le responsabilità, con la necessità di sapere la verità in mezzo a tante voci contraddittorie. Con la voglia di tornare ad abbracciare dicendomi che questa volta non sarà più come prima.

E sento come un rumore di fondo che ogni tanto emerge dal flusso dei pensieri: guarda che la colpa non è di altri, la tua vita e le tue azioni c’entrano con quello che sta succedendo. Allontano la voce perché fa male e cerco appigli di giustificazione e torno a puntare il dito sul governo, sulla Cina, sui giovani irresponsabili… ma non c’è pace, resta sempre un angolo di buio che minaccia di oscurare la scena.

Forse la soluzione non sta tutta nelle risposte della scienza? Forse non è sufficiente accontentarsi del vaccino per risolvere il problema? Non è che per caso l’altra metà della verità dipende da me, da come vivo, consumo, mi rapporto con gli altri?





di Franco Taverna