“Ragazzi,
sono contento di vedervi tutti. In questi giorni ha piovuto tanto e sta piovendo ancora in molte parti d’Italia. Ma oggi io vi chiedo: Voi, intanto, avete bel tempo dentro?
Abbiamo tanto bisogno di bel tempo dentro, in questo periodo in cui le cose fuori a livello umano, politico, sociale, economico non stanno andando bene- Abbiamo bisogno di cose che vanno bene dentro di noi. perché, per fortuna, quello che accade dentro ciascuno di noi non ce lo può togliere nessuno, ne siamo padroni noi e basta.
Così, in questo periodo che precede il Natale e anche per quello che verrà dopo, vi chiedo di fare una riflessione importante proprio pensando alla ricchezza che questo periodo ci rimanda, alla ricchezza interiore che in qualche modo possiamo far addirittura aumentare.
Per cui, oggi, voglio tornare a parlarvi di quello che vi ho chiesto di fare, in particolare il venerdì: vi ho chiesto di tornare a fare il Diario, a fare silenzio, a fare una cena frugale… a dedicare un pomeriggio della settimana a quello che abbiamo dentro, ai nostri ricordi.
Ognuno di noi ha dentro una storia.
Così, prima di collegarmi con voi, ho pensato a quello che mi sarebbe piaciuto chiedervi per questo Natale. Eccolo:
Vorrei che il prossimo venerdì di Diario ognuno di voi pensasse al suo di Natale. A come è stato il vostro natale, al vostro venire al mondo, intendo. Come è stato per la vostra mamma, per il vostro papà… per i fratellini, le sorelline, i nonni, gli zii.
Cercate di farvi raccontare tutto, se possibile, nei particolari. Perché il vostro natale, per vostra mamma e papà, è stato importante almeno quanto quello per Maria e Giuseppe, perché, quando arriva un figlio in una casa è una festa straordinaria.
Ognuno di voi è un piccolo Cristo, poi ognuno di voi è diventato quello che è diventato, ma ognuno di voi vale quanto quel 25 dicembre. Pensate a quando Cristo fu messo al mondo, pensate a quella madre.
E pensando a questo per voi, ho ripensato anche al mio di natale. Sapete, sono nato il 30 novembre, faceva freddo e non avevamo di certo i riscaldamenti in casa. E secondo i racconti dei miei zii e dei miei nonni, dai miei cugini, che erano tutti lì, come in tutte le famiglie di una volta, mentre stavo per venire al mondo, sono nato nella parte della casa più vicina alla stalla.
Pensate, mi hanno raccontato, che la levatrice, vedendo che non nascevo, ha chiesto di spostarci nella parte più calda della casa…vicino alla stalla. E lì, sono nato, più vicino ad un somaro che ai cristiani, ai miei parenti, che erano lì fuori ad aspettare l’vento. E quando poi, finalmente, son nato, mia nonno ha commentato, in dialetto veronese “Ho paura che questo ci farà tribolare, se ci ha messo tanto a venir fuori dalla pancia…”. E così è stato. Perché ho fatto soffrire tanto mia madre per le scelte che ho fatto nella vita...
Ognuno di noi è stato un evento per la propria famiglia. Voi siete stati un evento straordinario, noi siamo stati tutti piccoli cristi, poi siamo diventati quello che siamo diventati, anche sbagliando.
Siamo stati tutti un miracolo.
Pensate: dalla pancia di una donna viene fuori una vita, qualcosa fatta da miliardi di atomi, straordinaria, grande quanto il cielo messo insieme, perchè dentro di noi abbiamo tutto il mondo insieme, minerale, animale, vegetale e, per fortuna, siamo animali ragionevoli. E abbiamo anche quella parte che ci ha dato la capacità di conoscere… l'anima, lo spirito, che ci permette di vivere ogni parola, ogni lacrima, ogni abbraccio, ogni affetto che noi mostriamo… pensiamo cosa ci accade dentro ogni volta che accade. Pensate, il nostro cuore ha cominciato a palpitare, a battere da solo, senza bisogno di marchingegni esterni… pensate che meraviglia!
Siamo il mondo, siamo la sintesi del mondo.
Per cui, approfittate del Natale anche per fare questo, anche perché questo periodo dobbiamo rimanere in casa, dobbiamo seguire delle regole e possiamo sfruttare questo momento per fare delle cose che possano aiutarci a superare questo momento in maniera diversa… pensando a noi, ma anche alla nostra Casa e a chi ci sta attorno.
Pensatelo. Ogni nascita è un mondo, perché ha dentro di sé tutto. Quella cosa che noi chiamiamo anima, che ci perette di piangere, che ci permette di sorridere, di parlare, di amare, che ci permette anche di fare figli, perchè dentro abbiamo un mondo.
Ogni volta che vi vedo, sono emozionato. E da quando vi vedo da lontano lo sono ancora di più, perché l’amore per voi è tale, che se anche non ricordo il vostro nome o vi vedo per la prima volta, è come se vi amassi da sempre.
Questo piccolo incontro serve a me per vedervi, ma vorrei servisse anche a voi, in questo periodo drammatico, con 1000 morti al giorno e tanta gente in ospedale… che vive situazioni difficili. In un momento così vorrei che la vostra casa sia una casa vera, dove c’è il sorriso, vorrei che vi guardaste negli occhi e vi voleste bene, che vi amaste anche nella se siete diversi, che abbiate il coraggio di essere sereni anche se, a volte, vi viene voglia di andar via o uscire a fare quattro passi per andare a vedere genitori e amici.
Vorrei lasciarvi allora questo compitino: il venerdì, rendete mezza giornata speciale, chiamatela “La mezza giornata del Diario”. E il prossimo venerdì, vorrei che vi pensaste, perché non io non ci ho mai pensato tanto al mio natale, io che potrei essere morto almeno sei volte, ho sempre pensato di più alle avventure, alle difficoltà che ho corso ella vita, più che questo momento.
Quindi, fermatevi e domandatevi: “Come è stato il mio natale?
E vorrei che vi chiedeste anche: Cosa è stata la vita per me? E adesso? Come vivo, come ho trasformato questa nascita? Cosa sono diventato?"
Fatelo così, come si racconta la storia di un fiore… tutti eravamo un seme e piano piano siamo diventati quello che siamo, anche quando abbiamo sbagliato.
Perché voi state nascendo una seconda volta… perché molti di voi sono un piccolo vero miracolo, perché hanno visto amici, avventure, cose tali che avrebbero potuto portarvi via da questa vita. Quale gioia, almeno per moltissimi di voi, siete stati e avete portato in famiglia? Anche se strilla un bambino o sgattaiola sotto la tavola, è sempre una cosa commovente e straordinaria. Lo chiedo a voi e anche i vostri educatori… pensate alla bellezza di quel momento.
Siate contenti di essere nati. C’è qualcuno che maledice la vita… io purtroppo ho sentito madri che maledicevano la nascita di un figlio e ho sentito figli che avevano voglia di morire.
La vita è il più grande regalo che ci ha dato Dio. Il più bel regalo, che noi l’abbiamo usata bene o meno. Siamo diventati un fiore e siamo stati un grande regalo che Dio ha fatto alla terra, al mondo.
Io mi fermo qui.
Vi abbraccio, vi saluto e vi auguro di essere sempre migliori, perché questi ultimi anni della mia vita, vorrei ricordare le vostre piccole famiglie, le vostre Case, come luoghi in cui c’era della brava gente, che ha anche sbagliato, ma che era brava gente.
Aspetto i vostri racconti.
Ciao ciao ciao"
Don Antonio Mazzi