Da qualche tempo la violenza animalesca che travolge parte del mondo giovanile, è spaventosa e inspiegabile. Nasce, assale, massacra la preda per divertimento, sparisce e va a bersi qualche decina di birre. La belluinità che alimenta questi massacri deve sconvolgerci. Non sembra nascere lì, per cause o motivi che portano al litigio e al fattaccio. La violenza sembra vivere dentro certi giovani come vivono la fame, la sete, e la voglia di fumare.
Altre volte ho scritto che dai particolari dei racconti che i ragazzi delle nostre comunità ci espongono, pare che la violenza “abiti” dentro alcuni minorenni. Non voglio fare del terrorismo e tanto meno dell’accademia. Qui non siamo nella patologia. Non trattasi di ragazzi “con problemi”, di figli di famiglie sbandate (ci sono anche quelli) ma trattasi di ragazzi normali che hanno scelto la violenza come tipo di divertimento.
Vengo al fatto. Versilia, notte di Ferragosto, gruppi di ogni tipo che passeggiano. Tutto d’un tratto un branco offende con apprezzamenti pesanti una ragazza, la quale spaventata grida chiedendo aiuto. Stavano aspettando sul pontile di Marina di Pietrasanta (dove è accaduto il fatto) tre ragazzi che erano stati a godersi le stelle cadenti sulla spiaggia. Uno dei tre, sentendo le urla, si è voltato per capire cosa stava accadendo. La sua generosità, avendo intuito tutto, lo ha spinto a difenderla. Purtroppo non è riuscito nemmeno a muoversi, perché immediatamente pestato e massacrato di botte. Tumefatto, con la mandibola rotta, ora a stento riesce ad aprire bocca, per sussurrare: “Ho avuto solo l’intenzione di aiutare la ragazza, perché mi sono sentito prendere alle spalle da qualcuno, sono caduto ed eccomi qui…”.
Se potessi correrei subito ad abbracciarlo, perché gesti come questi vanno scritti a grandi lettere. Sono contento che abbia vicino il fratello e che l’episodio sia stato evidenziato. I violenti sono stati identificati e saranno puniti.
Ma pensare che dentro ai vostri figli abiti la violenza come abita l’appetito, la voglia di godersi il ferragosto, deve farci battere il petto.
Ai nostri giovani questa società ha dato tutto il superfluo, il di più. Ma ha trascurato di dare loro cose più qualificanti per l’essere umano come la bontà, la felicità e la generosità, delle quali hanno sete e fame. Non avendole gustate le hanno sostituite col veleno. Accadrà sempre più spesso se noi adulti non voltiamo pagina e non ripensiamo in fretta a ciò che seminiamo.
don Antonio Mazzi