Da qualche tempo, pare che tra i giocattoli dei nostri adolescenti ci sia anche la vita e la morte. Fino a ieri certi fatti rientravano nelle tragedie del mondo della pazzia, del suicidio, della violenza, cioè toccavano situazioni molto dolorose, rare, patologiche e paranoiche.
Perchè, invece, da qualche tempo giocare alla morte pare faccia parte dei normali divertimenti della vita?
Il caso di Bassano non ci deve lasciare tranquilli. Due fidanzatini di quindici anni, durante il periodo del lockdown, pare che abbiano deciso di eliminare mamma e papà. I ragazzini sono normali, la famiglia ottima. Non esisterebbe nessuna premessa o causa per giustificare un fatto del genere!
Ascoltando, poi, alcuni particolari, riguardanti gli atteggiamenti dei due, le cronache ci dicono che parlavano del come ucciderli: se avvelenandoli o soffocandoli o accoltellandoli, con una leggerezza agghiacciante sicuri del loro progetto, elaborato in ogni dettaglio.
È mai possibile che il movente diabolico, tecnico, ludico, bestiale, affettivo, omicida, convivano dentro la testa dei nostri giovani? L’immaturità dei due quindicenni può arrivare fino a gesti contronatura? E, in questo caso, l’atto assurdo è frutto di plagio o se lo sono elaborato loro nelle ore infinite che tanti nostri ragazzi hanno passato davanti ai computer?
Questo atto bestiale, per fortuna, non si è consumato, grazie alla sensibilità di un amico del fidanzato., il quale, tra una curiosità e l’altra, aveva subdorato che stava succedendo qualcosa di grave. L’amicizia, l’intelligenza e il buon senso lo hanno portato, non solo a non sottovalutare quanto avesse intuito, ma addirittura a denunciare i suoi dubbi al Comando Provinciale dei Carabinieri di Vicenza, che, insieme alla Procura dei Minori di Venezia, hanno organizzato le perquisizioni. Gli investigatori stanno analizzando il materiale, hanno sequestrato telefonini, pc e tablet.
Mi immagino il coraggio e lo stato d’animo dell’amico. Solo l’amicizia vera può arrivare fin dove è arrivato il compagno. Facciamo tutti una riflessione sul ruolo dell’amicizia e sulla necessità di curare amicizie vere. Perché, purtroppo, di false ce ne sono un giro già troppe e forse anche questa proviene da gruppi conosciuti nel web.
Don Antonio Mazzi