Se paragoniamo l’educazione ad una bella montagna con meravigliosi paesaggi, verdi pascoli, speroni inaccessibili e burroni e ghiacciai e nature incontaminate segnate da mille sentieri, allora credo di poter dire che quest’anno si è aperta una nuova via, sulla parete nord, quella più esposta. E si è riusciti a compiere questa impresa nonostante imperversasse la tremenda tempesta del Covid. La spedizione che ha inaugurato questa pista non ancora battuta si chiama Carovana Pronti,Via!
Restando nella metafora, gli autori della cordata sono stati nove ragazzi tra i 15 e i 18 anni provenienti da circuiti dell’area penale minorile, accompagnati passo passo da quattro guide-educatori e due preparatori presenti nei momenti importanti.
Il tutto è cominciato nel mese di giugno, quando l’emergenza sanitaria pareva mostrare una tregua, con la formazione dello staff educativo, l’allestimento dei materiali e la proposta dell’avventura del viaggio alle assistenti sociali dell’USSM di Brescia e ai ragazzi a loro affidati dai giudici.
Il mese di agosto si inizia a vivere insieme, educatori e ragazzi, si cerca di imparare inizialmente la sopportazione reciproca e poi il rispetto, ci si fa carico di tutte le necessità di una casa, di un accampamento, di un cammino. Tutti i giorni feriali e festivi, con il sole e con la pioggia.
L’esperienza è molto intensa, fuori dal comune, folle. Si parte dalle montagne della Val di Mello, poi si scende in pianura si segue la Via degli Dei tra Bologna e Firenze e ogni tappa presenta nuove scoperte, lampi di luce e insieme nuove difficoltà personali e di gruppo: è difficile togliersi la maschera, fidarsi, cambiare… Poco alla volta e in maniere spesso nascoste, ognuno dei ragazzi ci prova a modo suo ad essere diverso, a dare il meglio di sé.
Nella seconda metà di ottobre il virus colpisce duro il gruppo, 9 su 13 positivi, e la carovana sbatte contro un muro. Così, a fatica si aggiunge fatica e dopo le quarantene la Carovana non può riprendere, perché le disposizioni nazionali riguardanti la pandemia non lo consentono. Però nonostante questo schiaffo violento il gruppo non è del tutto abbattuto, perché lungo la strada in poco più di due mesi si sono creati rapporti belli, speciali, si sono vissute esperienze fortissime, e così ci si cerca ancora e si prova, uno per uno, a scrivere una pagina nuova sul diario della propria vita.
Conoscendo bene e da vicino questi ragazzi ci siamo accorti che non erano affatto delinquenti, erano tanto simili ai loro compagni, almeno alla cerchia dei loro amici stretti, e che per puro caso, spesso, erano finiti nelle maglie della giustizia. In qualche modo, paradossale se vogliamo, era stata una fortuna per loro esser stati “beccati” dalle forze dell’ordine, perché a seguito di questo sono stati seguiti e hanno avuto una nuova possibilità: hanno cominciato di nuovo ad aver fiducia in se stessi e negli adulti, hanno conosciuto aspetti positivi dentro alle loro storie e nel mondo. Per molti dei loro amici questa possibilità non c’è anche se si trovano quasi nelle medesime condizioni.
Dal viaggio di quest’anno abbiamo imparato che a volte ciò che sembra un guaio, una sfortuna, una disgrazia come quella grave di subire un procedimento penale, può trasformarsi nel suo contrario, addirittura in un privilegio. Ma a due fondamentali condizioni: occorre che gli adulti (e qui ci mettiamo dentro non tanto le famiglie quanto le istituzioni nel loro complesso) possano offrire una nuova e vera occasione e che i ragazzi la sappiano cogliere.
La nuova via che è stata aperta ci fa dire che questo è possibile.
Franco Taverna, Coordinatore Nazionale Progetto Pronti,Via!